Tre autori, Leopardi, Balzac e Zola, tre differenti modi di sentire e rappresentare la morte nelle loro opere letterarie.

Tre autori, Leopardi, Balzac e Zola, tre differenti modi di sentire e rappresentare la morte nelle loro opere letterarie.
Il Requiem in do minore per coro misto e orchestra è un’opera del compositore italiano Luigi Maria Cherubini. Fu composto a Parigi, nel 1816; la prima esecuzione ebbe luogo nella basilica di Saint-Denis, il 21 gennaio 1817, per il ventiquattresimo anniversario della morte per decapitazione di Luigi XVI.
Ungaretti è riuscito a rendere l’idea della precarietà dell’esistenza e l’orrore della guerra in pochi versi privi di punteggiatura.
Courbet riteneva l’arte degna di raffigurare scene quotidiane, con gente comune, intenta a svolgere mansioni giornaliere o ad affrontare le difficoltà che normalmente si incontrano nella vita.
Un esempio di questa sua propensione si riscontra nel suo dipinto “Il Funerale a Ornans”.
La letteratura non ha mai smesso di interrogarsi sul tema della morte e neppure ha tralasciato di darle una veste rappresentativa. Tra i tanti autori che hanno trattato l’argomento, analizziamo la posizione di Foscolo e Manzoni.
Il romanzo “Madame Bovary” di Flaubert fu un grande successo ai suoi tempi e tuttora resta una pietra miliare della letteratura. La sfortunata storia di Delphine appassiona e coinvolge ancora numerosi lettori.
Il pittore svizzero Anker si distinse per aver rappresentato in molte sue opere scene della vita di ogni giorno. Nei suoi dipinti trova spazio anche la raffigurazione della morte che l’artista rappresentò nel corso della sua esistenza più volte
La morte può provocare strane reazioni negli uomini. C’è chi, in una visione materialista del fatale avvenimento, fa le prove del suo funerale e chi, in una visione laica dell’immortalità, predica una vita esemplare, per restare nel ricordo di chi è ancora in vita.
Il ponte dell’arcobaleno, cioè l’idea di una via che colleghi cielo e terra, mondo materiale con quello spirituale è molto antica ed è possibile ritrovarla in numerose culture, in forme anche molto diverse.
Il capolavoro di Tolstoj, il romanzo “Anna Karenina”, ha tratto spunto da esempi letterari, da una sollecitazione del tutto casuale e da un tragico fatto di cronaca.