Come potevano mancare premonizioni di morte nell’opera musicale?
La scena nel cupo antro di Ulrica, la misteriosa indovina di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, ne è un interessante esempio.

Come potevano mancare premonizioni di morte nell’opera musicale?
La scena nel cupo antro di Ulrica, la misteriosa indovina di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, ne è un interessante esempio.
Giuseppe Verdi è stato un grande musicista, con notevoli capacità drammaturgiche. Il suo singolare uso delle figure musicali della morte ha contribuito a dare unità alle sue opere e ad accrescere la loro capacità espressiva.
Giovinezza perduta e precarietà dell’esistenza questi i concetti chiave che Leopardi esprime in “A Silvia”.
La morte di una giovane donna è una dei tanti inganni crudeli, delle promesse impossibili della Natura. Gioia e felicità sono solo una pia illusione, un meraviglioso miraggio destinato a infrangersi contro la realtà.
Per Franz Schubert, il tema della morte e la fanciulla, prima come Lied e poi quartetto, assume la forma di un dialogo musicale nel quale le frasi di una fanciulla terrorizzata e incredula si oppongono all’eloquio composto e suadente della morte.
La Danza Macabra (Danse macabre) op. 40 di Camille Saint-Saëns, in origine è una chanson per voce e pianoforte, successivamente fu strumentata e divenne un poema sinfonico. È una composizione vivace e trascinante che riecheggia in modo ironico e coinvolgente sia il muoversi in processione tenendosi per mano sia l’invito della morte a danzare.
Di epoca tardomedievale, la danza macabra era un memento mori (ricordati che devi morire) e raffigurava una danza tra uomini e scheletri.
Nello Skogskyrkogården, il Cimitero del Bosco di Stoccolma, la grande protagonista non è la morte, bensì la natura.
Realizzato nel corso del Novecento, questo cimitero fa riflettere chiunque lo attraversi, si soffermi nei viali o tra la lapidi sulla piccolezza dell’uomo di fronte alla grandezza dell’universo.
Macbeth (The Tragedy of Macbeth), considerata una fra le più note tragedie di Shakespeare, è un’opera cruenta, segnata dal male che getta la sua ombra funesta su personaggi e avvenimenti.
Ambizione e sete di potere sono il motore della storia e i due personaggi principali, pur di vedere soddisfatte le loro brame si macchieranno di molti orrori e terribili crudeltà.
Otello (The Tragedy of Othello, the Moor of Venice) è il dramma della gelosia, ma Shakespeare in questa tragedia mette in scena anche l’amore puro e ignaro, l’invidia corrosiva e distruttiva, l’abilità intrigante e manipolatoria e soprattutto, la lacerante distanza tra menzogna e verità, tra apparenza e realtà.
Scritta molto probabilmente a cavallo tra il 1600 e il 1602, Amleto (The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark) è una delle tragedie di Shakespeare tra le più famose e maggiormente rappresentate.
Composta da ben 30.557 parole è la più lunga opera teatrale di Shakespeare.
Tradotta in quasi tutte le lingue esistenti, è ritenuta il capolavoro assoluto del drammaturgo inglese ed è una tra le più grandi opere della letteratura.