Gli Etruschi credevano che la terra fosse composta da tunnel concentrici che sfociavano in un ignoto luogo dell’Asia Centrale. Secondo le loro convinzioni in tali recessi del sottosuolo era ubicato il regno di Agarthi, un regno parallelo, abitato da esseri di intelligenza superiore, detentori delle grandi verità che gli uomini hanno sempre desiderato conoscere.
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L’idea che gli Etruschi avevano dell’aldilà cambiò sostanziosamente nell’arco di tempo in cui la loro civiltà si sviluppò, crebbe e poi si estinse. Passarono dalla visione di un luogo sereno e positivo a uno fatto di tenebre e sofferenza.
Gli Etruschi avevano un rapporto complicato con la morte che, nei secoli in cui la loro civiltà crebbe e si diffuse, attraversò fasi diverse. Le loro necropoli erano vere e proprie città nella città e le tombe erano singolari repliche delle abitazioni dei vivi.
Se la parola treno o trenodia vi fa venire in mente stazioni vuote e vagoni affollati, siete fuori strada. Questo termine significa tutt’altro e le sue origini risalgono all’antica Grecia.
Gli antichi romani erano soliti portare a tavola un curioso quanto macabro oggetto che in latino era detto larva convivialis, uno scheletro in miniatura che fungeva da monito alla brevità e caducità della vita e invitava a godere dei piaceri terreni.
Secondo la religione egizia, l’Occhio di Horus simboleggiava la prosperità, la buona salute, il potere regale.
Era considerato un simbolo onnipresente di protezione, era riferito agli dei e al loro dominio nel mondo dei mortali.
Horus rappresentava la terra fertile d’Egitto, il dio Seth la sabbia rossa del deserto.
Difensore di Ra contro il mostro Apopi (dio del chaos, rappresentato come un gigantesco serpente, a volte come una tartaruga o un altro animale acquatico) e acerrimo rivale di Horus a cui aveva assassinato il padre, Seth è una figura complessa che racchiude in sé la duplicità della concezione del mondo secondo gli Egizi e la dualità delle loro divinità.
Horus era tra le divinità egizie, una delle più antiche ed emblematiche.
Le sue origini si collocano in un momento indefinito della preistoria africana e il suo culto avrà fortuna: resisterà fino alla dominazione romana.
Il ritrovamento della tomba di Tutankhamon è stata una delle scoperte più emozionanti della storia dell’egittologia, di certo, una delle più rilevanti dell’archeologia mondiale, e ha reso il suo protagonista uno dei sovrani più famosi al mondo.
Passato alla storia come il faraone bambino, Tutankhamon, dodicesimo sovrano della XVIII dinastia egizia, nacque ad Amarna nel 1341 a. C.
Ebbe un regno molto breve: malato sin dall’infanzia, morì a Menfi, non ancora ventenne, nel 1323 a.C., senza lasciare un erede al trono. La sua notorietà è legata più alla sua morte che alla sua vita.