La morte del cigno (The Dying Swan) è un breve balletto, dove una ballerina solista interpreta il ruolo di un cigno morente. Questo brano del repertorio classico è tra i più noti al mondo ed è stato danzato dalle più famose ballerine.
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Le nature morte olandesi sono molto più di semplici rappresentazioni di tavole imbandite. Attraverso questi dipinti possiamo ricostruire i cambiamenti culturali ed economici di una società che si riflette nei cibi, nei tessuti e negli oggetti raffigurati.
“Bodegon” è il termine che identifica il genere artistico della natura morta che si è affermato in Spagna; parallelo alle definizioni di “still life”, inglese, e di “vanitas” degli antichi Paesi Bassi.
L’asarotos oikos (o asaroton) è un antenato della natura morta; in pratica era un mosaico che fungeva da pavimento e sul quale era rappresentato un pavimento sporco.
Frutta, fiori, bottiglie, strumenti musicali e ogni tipo di soggetto inanimato sono i “personaggi” ritratti nelle nature morte. Questo tipo di raffigurazioni hanno avuto una lunga e feconda storia; molti gli interpreti famosi che si sono cimentati in queste rappresentazioni pittoriche.
Nella mitologia greca, Macaria o Makaria è una dea. Il suo nome significa “benedetta” e incarna la morte beata.
Le lamentazioni erano forme poetiche e musicali concepite per esprimere il dolore o il lutto. Sia in poesia sia in musica ne esistono molti esempi famosi.
“Kindertotenlieder” sono un ciclo di romanze per voce e orchestra di Gustav Mahler. Il musicista ha tratto ispirazione per la sua composizione dall’omonima raccolta di poesie di Friedrich Rückert.
La figura della morte ha visto nei secoli, e di cultura in cultura, mutare le sue sembianze e le sue caratteristiche.
“Le tombeau de Couperin”, composta tra il 1914 e il 1917, durante la Prima guerra mondiale, è una suite per pianoforte di Maurice Ravel (1875-1937); ciascun movimento dell’opera è dedicato a un amico del compositore caduto in guerra.