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Curiosità miti e leggende

Cagliostro: personaggio misterioso dalla vita avventurosa

La figura di Cagliostro è tuttora circondata dal mistero. La vita avventurosa di questo curioso personaggio e le numerose attività da lui svolte sono tuttora oggetto di studio e riscuotono grande interesse, sconfinando spesso nella leggenda.

La figura di Cagliostro è tuttora circondata dal mistero. La vita avventurosa di questo curioso personaggio e le numerose attività da lui svolte sono tuttora oggetto di studio e riscuotono grande interesse, sconfinando spesso nella leggenda.

Alessandro conte di Cagliostro (Palermo, 2 giugno 1743 – San Leo, 26 agosto 1795), più noto con il nome di Cagliostro, è stato un avventuriero, esoterista e alchimista.
Durante la sua vita viaggiò moltissimo, spostandosi nelle varie corti europee. Finì i suoi giorni rinchiuso nella fortezza di San Leo, dopo la condanna per eresia da parte della Chiesa cattolica.
Varie fonti storiche lo identificano con la figura di Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Franco Balsamo (2 giugno 1743, Palermo), ma non tutti sono concordi con tale attribuzione e ritengono, invece, si tratti di due persone distinte.

Clementino Vannetti (1754-1795), scrittore e letterato roveretano, ci ha lasciato una descrizione di Cagliostro: “Aveva una fisionomia assai piacevole; di statura mezzana, aveva la testa grossa, molta pinguedine. Ad onta della sua grassezza, camminava, volteggiava con agilità. Aveva un bel colorito, i capelli neri, gli occhi profondi e splendenti. Quando parlava con la sua voce simpatica, levando gli occhi al cielo e gestendo con vivacità, era simile a chi è invaso dal divino afflato“.

Anche Henriette Louise de Waldner de Freundstein, baronessa d’Oberkirch (1754-1803) nei suoi “Mémoires” fa un ritratto di questo singolare personaggio: “Non era assolutamente bello, ma giammai s’era offerta alla mia osservazione una fisionomia più notevole: egli aveva soprattutto uno sguardo d’una profondità quasi soprannaturale. Non saprei rendere l’espressione dei suoi occhi; era nello stesso tempo del fuoco e del gelo; attirava e respingeva; faceva paura e ispirava una curiosità invincibile“.

Cagliostro ebbe fama di taumaturgo, cultore e divulgatore delle scienze esoteriche, ma al contempo gli fu ascritta una carriera come imbonitore, scaltro truffatore e ciarlatano.
Fu novizio presso il convento dei Fatebenefratelli di Caltagirone (1756), ma sfuggì ben presto alla vita monacale. Nel 1768 era a Roma, dove convolò a nozze con Lorenza Feliciani con la quale iniziò a girare l’Europa, usando vari nomi.
Giunto a Londra si avvicinò a gruppi massonici e decise di fondare una nuova setta massonica di “rito egiziano” della quale si dichiarò Gran Cofto, poi riprese a viaggiare per l’Europa, creando logge della sua setta e acquisendo fama di guaritore e chiaroveggente.

Dovunque si recava, Cagliostro riscuoteva stima e otteneva appoggio in ambienti altolocati. A Parigi strinse amicizia con il cardinale Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée (1734-1803).
Tra le tante vicende che lo vedono protagonista, proprio a Parigi dovette difendersi da gravi accuse, peraltro ingiuste, attorno a una vicenda legata alla regina e a una collana preziosa.
Dalla Francia si sposto di nuovo a Londra e dopo varie altre peripezie, tornò a Roma, nel 1789, qui fondò una loggia della sua setta e successivamente, fu arrestato dal S. Uffizio e processato.
Fu condannato a morte, ma poi, il papa mutò la pena in carcere perpetuo.

Cagliostro fu rinchiuso nella fortezza di San Leo e qui visse gli ultimi terribili anni. La sua prigionia fu così dura da procurargli in un primo tempo la pazzia e poi, la morte.

Difficile dirimere i misteri che avvolgono questo singolare personaggio e arduo è tuttora stabilire se Alessandro conte di Cagliostro sia stato o meno Giuseppe Balsamo, ma questo fa parte del fascino di questa figura storica che è divenuta una leggenda. Rendono bene l’idea di tali fosche ambiguità che lo circondano le parole da lui stesso pronunciate in presenza del Procuratore generale di Parigi nel 1786, di se stesso disse:
La verità su di me non sarà mai scritta, perché nessuno la conosce.
Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza e se mi immergo nel mio pensiero rifacendo il corso degli anni, se proietto il mio spirito verso un modo di vivere lontano da colui che voi percepite, io divento colui che desidero.
Partecipando coscientemente all’essere assoluto, regolo la mia azione secondo il meglio che mi circonda.
[…]
Io sono colui che è.
Non ho che un padre; diverse circostanze della mia vita mi hanno fatto giungere a questa grande e commovente verità; ma i misteri di questa origine e i rapporti che mi uniscono a questo padre sconosciuto, sono e restano i miei segreti.
[…]
Ma ecco: sono nobile e viandante, io parlo e le vostre anime attente ne riconosceranno le antiche parole, una voce che è in voi e che taceva da molto tempo risponde alla chiamata della mia; io agisco e la pace rinviene nei vostri cuori, la salute nei vostri cuori, la speranza e il coraggio nelle vostre anime.
Tutti gli uomini sono miei fratelli, tutti i paesi mi sono cari, io li percorro ovunque, affinché lo Spirito possa discendere da una strada e venire verso di noi.
Io non domando ai Re, di cui rispetto la potenza, che l’ospitalità sulle loro terre e, quando questa mi è accordata, passo, facendo attorno a me il più bene possibile: ma non faccio che passare. Sono un nobile viandante?
[…]
Io sono Cagliostro”.

In copertina: particolare del dipinto “L’alchimista in cerca della Pietra Filosofale” (1771) di Joseph Wright of Derby (Derby Museum and Art Gallery, Derby, Regno Unito).

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