Kramskoj riuscì a trasferire in un dipinto un dolore struggente e inconsolabile. Nella tela la sofferenza devastante di una madre è espressa con compostezza e dignità.
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La morte è uno dei temi ricorrenti della letteratura, solitamente investito di numerosi significati e a cui sono accreditati svariati valori simbolici e morali, provenienti sia dall’ambito culturale sia da quello sociale.
L’argomento fu trattato già nell’antichità e negli scritti di Seneca possiamo iniziare a esplorare le prime risposte degli uomini all’interrogativo aperto che reca con sé la morte e ciò che ci aspetta oltre la soglia della vita
Nell’opera poetica di Giosuè Carducci (Valdicastello, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è presente una dualità conflittuale tra vita e morte. Una delle sue poesie più famose, “Pianto antico”, riflette tale contrapposizione con grande efficacia.
Le pietre d’inciampo sono una testimonianza concreta della brutalità della guerra. Un promemoria doloroso che dovrebbe farci riflettere, per evitare di fare gli stessi imperdonabili errori.
“Kindertotenlieder” sono un ciclo di romanze per voce e orchestra di Gustav Mahler. Il musicista ha tratto ispirazione per la sua composizione dall’omonima raccolta di poesie di Friedrich Rückert.
Alcuni termini legati alla morte e al dolore che usiamo quotidianamente hanno origini antiche e traggono il loro significato da una particolare combinazione di parole. Vale la pena soffermarsi su di essi per conoscerli un po’ più da vicino.
La morte, il lutto, il ricordo ossessivo dei suoi defunti sono una costante nelle poesie di Pascoli, un’ombra che aleggia tra i suoi versi e si contrappone alle quiete delle immagini campestri, dove persino i fiori, gli uccelli, gli eventi atmosferici, e non solo questi, diventano simboli della caducità della vita e del male che infesta il mondo.