La figura della morte ha visto nei secoli, e di cultura in cultura, mutare le sue sembianze e le sue caratteristiche.

La figura della morte ha visto nei secoli, e di cultura in cultura, mutare le sue sembianze e le sue caratteristiche.
Ecate o Hekate o Hekat, evocata da chi si dedicava alla necromanzia e alla magia nera, era la signora dell’oscurità; dominava sui morti, sulla notte, sulla luna e sui demoni malvagi.
Note anche come “Moire”, secondo la dicitura ellenica, sono le figlie di Temi e Zeus, personificazione del fato di ogni individuo: l’uomo infatti, secondo il mito, possiede un filo che viene tessuto, svolto ed infine reciso dalle tre Parche. « Per seconda sposò la splendida Thémis, che generò le Ore(Eunomie, Dike ed Eirene fiorente) che vegliano […]
Gli Etruschi avevano un rapporto complicato con la morte che, nei secoli in cui la loro civiltà crebbe e si diffuse, attraversò fasi diverse. Le loro necropoli erano vere e proprie città nella città e le tombe erano singolari repliche delle abitazioni dei vivi.
Decenni or sono alcuni archeologi trovarono, in un antichissimo tempio azteco in Messico, alcuni oggetti particolari a forma di teschio. Tempo dopo si scoprì che si trattava dei “fischi della morte”, il cui rumore pare assomigliasse terribilmente alle urla umane. Non solo profezie. Guerra psicologica? Incutere terrore nel nemico sul campo di battaglia? Proviamo a […]
Alcuni termini legati alla morte e al dolore che usiamo quotidianamente hanno origini antiche e traggono il loro significato da una particolare combinazione di parole. Vale la pena soffermarsi su di essi per conoscerli un po’ più da vicino.
A causa della pandemia di Covid-19, i pipistrelli sono tornati alla ribalta delle cronache. I mammiferi alati, considerati veicoli del contagio, nei secoli sono stati oggetto di contrastanti attenzioni.
“Memento mori” (ricordati che devi morire) è una nota locuzione latina che dalla civiltà greca è sfociata in quella romana, e da qui, alla cultura cristiana. Tuttora, è usata per ricordare a chiunque la brevità dell’esistenza.
Gli antichi romani erano soliti portare a tavola un curioso quanto macabro oggetto che in latino era detto larva convivialis, uno scheletro in miniatura che fungeva da monito alla brevità e caducità della vita e invitava a godere dei piaceri terreni.
Joel Peter Witkin risulta ad oggi tra i più grandi fotografi in vita a rappresentare il tema della vita e della morte, attraverso uno studio del corpo in modo affatto convenzionale e legato agli studi artistici da Witkin affrontati. Nato nel 1939 lavorò come fotografo durante la Guerra del Vietnam, per poi dedicarsi alla fotografia […]