Nella poesia “A mia madre”, Montale esprime la sua idea di immortalità che nella sua visione pagana della vita non è legata al divino, bensì alla forza dei sentimenti e del ricordo.

Nella poesia “A mia madre”, Montale esprime la sua idea di immortalità che nella sua visione pagana della vita non è legata al divino, bensì alla forza dei sentimenti e del ricordo.
Ulisse, come Enea e poi Dante, affrontò, la singolare e terrificante esperienza del viaggio nell’oltretomba. Un viaggio irto di pericoli e difficolta, riservato a pochi eletti, allo scopo di conoscere se stessi e il proprio fato.
L’idea di un mondo parallelo nel sottosuolo è servita a posizionare l’Ade, l’oltretomba dei Greci, e l’Inferno cristiano, ma ha anche visto fiorire teorie pseudoscientifiche che a loro volta hanno dato vita a una vasta messe di fantasiose opere letterarie.
Il più famoso dramma ispirato alla leggendaria figura di Johann Georg Faust è quello scritto da Wolfgang von Goethe.
La storia narra del patto tra Faust e Mefistofele e del loro viaggio alla scoperta delle bellezze e dei piaceri del mondo.
La morte, il lutto, il ricordo ossessivo dei suoi defunti sono una costante nelle poesie di Pascoli, un’ombra che aleggia tra i suoi versi e si contrappone alle quiete delle immagini campestri, dove persino i fiori, gli uccelli, gli eventi atmosferici, e non solo questi, diventano simboli della caducità della vita e del male che infesta il mondo.
Edgar Allan Poe ebbe fama di poeta maledetto; in realtà, fu solo un figlio della propria epoca, un genio che diede vita a nuovi generi letterari e precorse con largo anticipo i tempi.
Singolare è il suo rapporto con la morte, una costante nei suoi scritti e nelle sue riflessioni.
Giovinezza perduta e precarietà dell’esistenza questi i concetti chiave che Leopardi esprime in “A Silvia”.
La morte di una giovane donna è una dei tanti inganni crudeli, delle promesse impossibili della Natura. Gioia e felicità sono solo una pia illusione, un meraviglioso miraggio destinato a infrangersi contro la realtà.
Otello (The Tragedy of Othello, the Moor of Venice) è il dramma della gelosia, ma Shakespeare in questa tragedia mette in scena anche l’amore puro e ignaro, l’invidia corrosiva e distruttiva, l’abilità intrigante e manipolatoria e soprattutto, la lacerante distanza tra menzogna e verità, tra apparenza e realtà.
Scritta molto probabilmente a cavallo tra il 1600 e il 1602, Amleto (The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark) è una delle tragedie di Shakespeare tra le più famose e maggiormente rappresentate.
Composta da ben 30.557 parole è la più lunga opera teatrale di Shakespeare.
Tradotta in quasi tutte le lingue esistenti, è ritenuta il capolavoro assoluto del drammaturgo inglese ed è una tra le più grandi opere della letteratura.
Romeo e Giulietta è una tragedia tra le più famose e rappresentate di William Shakespeare.
Fu composta tra il 1594 e il 1596 e rappresenta una delle storie d’amore più note al mondo, dove il rapporto amore e morte costituisce la struttura stessa della storia che già nel suo inizio preannuncia e contiene il tragico finale.