Spesso l’arte è ispirata da un fatto luttuoso. Fu così per Pablo Picasso: il suo “periodo blu” iniziò dopo il suicidio di un suo amico pittore e poeta, Carles Casagemas.

Spesso l’arte è ispirata da un fatto luttuoso. Fu così per Pablo Picasso: il suo “periodo blu” iniziò dopo il suicidio di un suo amico pittore e poeta, Carles Casagemas.
Nella poesia “La tessitrice” di Giovanni Pascoli il tema della morte è accompagnato a quello del ricordo e dell’amore perduto.
L’Elegia scritta in un cimitero di campagna è un’opera di Thomas Gray; ambientata nel cimitero di Stoke Poges, è una disamina sul tema della morte.
La morte del cigno (The Dying Swan) è un breve balletto, dove una ballerina solista interpreta il ruolo di un cigno morente. Questo brano del repertorio classico è tra i più noti al mondo ed è stato danzato dalle più famose ballerine.
Le nature morte olandesi sono molto più di semplici rappresentazioni di tavole imbandite. Attraverso questi dipinti possiamo ricostruire i cambiamenti culturali ed economici di una società che si riflette nei cibi, nei tessuti e negli oggetti raffigurati.
“Bodegon” è il termine che identifica il genere artistico della natura morta che si è affermato in Spagna; parallelo alle definizioni di “still life”, inglese, e di “vanitas” degli antichi Paesi Bassi.
L’asarotos oikos (o asaroton) è un antenato della natura morta; in pratica era un mosaico che fungeva da pavimento e sul quale era rappresentato un pavimento sporco.
Frutta, fiori, bottiglie, strumenti musicali e ogni tipo di soggetto inanimato sono i “personaggi” ritratti nelle nature morte. Questo tipo di raffigurazioni hanno avuto una lunga e feconda storia; molti gli interpreti famosi che si sono cimentati in queste rappresentazioni pittoriche.
Le lamentazioni erano forme poetiche e musicali concepite per esprimere il dolore o il lutto. Sia in poesia sia in musica ne esistono molti esempi famosi.
“Kindertotenlieder” sono un ciclo di romanze per voce e orchestra di Gustav Mahler. Il musicista ha tratto ispirazione per la sua composizione dall’omonima raccolta di poesie di Friedrich Rückert.