Nell’opera poetica di Giosuè Carducci (Valdicastello, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è presente una dualità conflittuale tra vita e morte. Una delle sue poesie più famose, “Pianto antico”, riflette tale contrapposizione con grande efficacia.
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Note anche come “Moire”, secondo la dicitura ellenica, sono le figlie di Temi e Zeus, personificazione del fato di ogni individuo: l’uomo infatti, secondo il mito, possiede un filo che viene tessuto, svolto ed infine reciso dalle tre Parche. « Per seconda sposò la splendida Thémis, che generò le Ore(Eunomie, Dike ed Eirene fiorente) che vegliano […]
Melograno o melagrana è sin dall’antichità un frutto di buon auspicio; simbolo di molte cose positive: fertilità, abbondanza, fortuna; è citato in diversi miti e in molte tradizioni religiose.
La morte, il lutto, il ricordo ossessivo dei suoi defunti sono una costante nelle poesie di Pascoli, un’ombra che aleggia tra i suoi versi e si contrappone alle quiete delle immagini campestri, dove persino i fiori, gli uccelli, gli eventi atmosferici, e non solo questi, diventano simboli della caducità della vita e del male che infesta il mondo.