“Il funerale di Shelley” è un dipinto di Louis Édouard Fournier che sembra quasi un’istantanea della cerimonia di cremazione, svoltasi il 18 luglio 1822, sulla spiaggia di Viareggio, dieci giorni dopo la morte del poeta britannico.
Categoria: letteratura
Virginia Woolf non ci ha lasciato solo grandi opere letterarie, ma attraverso la sua scrittura, ci ha mostrato uno scorcio della sua complessa e tormentata umanità che continua a farci riflettere.
Lord Byron, famoso poeta inglese, ha scritto molti capolavori, tra questi ricordiamo un commovente epitaffio scritto in onore del suo cane.
La peste è una tra le malattie infettive che ha lasciato più segni non solo nell’ambito sociale e sanitario, ma anche nell’arte e nella letteratura. Esistono diversi resoconti di epidemie di peste e trattati che parlano distesamente di questo morbo letale, alcuni sono molto famosi, come quello contenuto ne “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni.
Nel 1774, Scipione Piattoli scrisse un saggio per promuovere la realizzazione di un cimitero a Modena. Il suo testo ebbe un certo successo, fu tradotto e, in parte modificato, finì per ricoprire un ruolo di una certa importanza, nell’ambito della riforma delle sepolture e della realizzazione dei cimiteri moderni.
La notte di San Lorenzo non rappresenta per tutti una ricorrenza positiva, legata alla consuetudine di esprimere desideri, dopo aver visto una “stella cadente” solcare il cielo.
Non lo è stata di certo per Giovanni Pascoli che nella notte del 10 agosto del 1867 perse suo padre a soli dodici anni.
Il termine “catabasi” ha origine dal greco “katábasis”, che significa “discesa”. È composto da katá “giù” e básis “cammino”.
Sono molte le storie dove la morte è la protagonista o comunque, possiede un ruolo di rilievo. Una di queste è “Le intermittenze della morte” di José de Sousa Saramago (1922-2010; scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, critico letterario e traduttore portoghese).
In questo periodo, in cui il Covid ha messo a nudo tutte le nostre fragilità e ci ha privato della presenza di molti dei nostri cari, la poesia “Solo la morte” di Pablo Neruda (1904 – 1973) mi sembra riassumere e rappresentare in modo adeguato il volto stravolto di questi tempi.
Il tumulo è una storia dell’orrore scritta da Lovecraft per conto di una cliente Zealia Bishop tra il 1929 e il 1930. L’opera fu pubblicata solo dopo la morte dell’autore nel 1940.