C’è chi sostiene che Van Gogh non sia morto suicida, ma propone una nuova tesi: l’omicidio accidentale che sembrerebbe rispondere meglio a certe ambiguità riscontrate nei fatti accaduti quel lontano 27 luglio 1890.

C’è chi sostiene che Van Gogh non sia morto suicida, ma propone una nuova tesi: l’omicidio accidentale che sembrerebbe rispondere meglio a certe ambiguità riscontrate nei fatti accaduti quel lontano 27 luglio 1890.
Le cause della morte di Vincent van Gogh sono tuttora incerte. La tesi del suicidio è ancora la tesi ufficiale, ma restano alcuni dubbi, ancora non del tutto fugati.
La chiesa di Santa Maria di Lubecca ha una struttura che unisce la magnificenza alla sobrietà, ospita monumenti funebri pregevoli e ha dato vita persino a una curiosa leggenda.
Le pietre d’inciampo sono una testimonianza concreta della brutalità della guerra. Un promemoria doloroso che dovrebbe farci riflettere, per evitare di fare gli stessi imperdonabili errori.
La Pietà di San Pietro è ritenuta il primo capolavoro di Michelangelo Buonarroti. La scultura, in marmo, è custodita nella basilica di San Pietro in Vaticano.
La chiesa di Santa Croce è sempre stata considerata luogo privilegiato della memoria, in quanto ha accolto le sepolture di molti personaggi famosi e figure di spicco religiosi e non, esattamente come molte altre chiese, conventi o confraternite che ugualmente ospitano le spoglie di defunti per tramandarne il ricordo.
Il 3 giugno del 1968, a pochi chilometri da Paestum, in una piccola necropoli, è stata ritrovata la tomba del Tuffatore. La scoperta è avvenuta nel corso di una campagna di scavo, guidata dall’archeologo Mario Napoli (1915-1976).
Madame Tussaud, il cui nome è noto in tutto il mondo, aveva le idee piuttosto chiare riguardo alla sua singolare attività: “L’unico modo in cui un’impresa potente e duratura può imporsi al pubblico, è attraverso la cera”.
David dipinse il quadro dedicato alla memoria di Marat in tre mesi. Il pittore, sconvolto dalla morte del suo amico, lo ritrasse in una posa neoclassica, collocandolo in una scena scarna che esalta la virtù del soggetto raffigurato.
Munch usò l’arte per “scrivere” la sua vita. Nei suoi quadri si avverte una profonda angoscia esistenziale, riflesso della sua vita segnata dal lutto e dalla morte.