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Madame Tussaud, una donna e il suo famosissimo museo

Madame Tussaud, il cui nome è noto in tutto il mondo, aveva le idee piuttosto chiare riguardo alla sua singolare attività: “L’unico modo in cui un’impresa potente e duratura può imporsi al pubblico, è attraverso la cera”.

Madame Tussaud, il cui nome è noto in tutto il mondo, aveva le idee piuttosto chiare riguardo alla sua singolare attività: “L’unico modo in cui un’impresa potente e duratura può imporsi al pubblico, è attraverso la cera”.

Tutti avrete sentito parlare del più famoso museo delle cere del mondo: il Madame Tussauds che ha sedi un po’ ovunque: a Londra, Berlino, Amsterdam, Hong Long, Istanbul, New York, Vienna, ecc.
L’azienda ora è di proprietà della Merlin Entertainments, ma agli inizi, i primi capolavori che incantavano il pubblico furono realizzati dalle abili mani di una donna: Marie Grosholtz, nota a tutti come Marie Tussaud.

La Tussaud nacque nel 1761, a Strasburgo. La sua famiglia, da generazioni, svolgeva il mestiere di boia e Marie a un certo punto fu scultrice di maschere mortuarie per le vittime della Rivoluzione francese; già questo faceva di lei una donna certamente non comune, specie per la sua epoca.
Il suo percorso come creatrice di modelli in cera ebbe inizio grazie alla madre che, dopo la morte del marito, aveva iniziato a lavorare come governante presso il famoso, Philippe Curtius (1737–1794), medico e professore universitario svizzero, abile modellatore di cere che utilizzava per le sue lezioni di anatomia.
Marie era molto legata al dottore e frequentando assiduamente il suo studio, imparò a modellare la cera.

Nel 1765, Curtius fu spinto ad abbandonare la carriera medica e a trasferirsi a Parigi, per praticare la modellazione della cera come un’arte raffinata. Marie Tussaud e sua madre lo raggiunsero a Parigi.
L’ex medico allestì un laboratorio per la creazione di figure in cera di personaggi famosi. La sua prima mostra risale al 1770 e fu visitata da molte persone, attirate in particolare dalla statua di Madame du Berry, la favorita di Luigi XV.

Questa fu solo una delle tante mostre allestite dal Curtius negli anni e Marie fu coinvolta in questa singolare produzione: Curtius notò ben presto il suo talento e le insegnò i segreti della tecnica.
La giovane Tussaud divenne rapidamente in grado di realizzare da sola diversi modelli in cera. Le raffigurazioni di Rousseau, Benjamin Franklin e Voltaire uscite dalle sue mani capaci furono molto ammirate dai visitatori delle mostre.

La ceroplastica, nel Settecento, era molto popolare, soprattutto perché il materiale impiegato era duttile e facilmente reperibile, inoltre, poteva essere usato in ambito decorativo, producendo effetti di grande realismo. Era stimata come un’arte meno nobile della scultura, molto diffusa tra le donne era anche una buona fonte di guadagno per chi la praticava.

In Gran Bretagna si prediligevano opere di piccole dimensioni, mentre il dottor Curtius creava sculture a grandezza naturale di personaggi dell’aristocrazia o appartenenti al mondo della politica.
Il lavoro era completato con l’inserimento in una scenografia notevolmente elaborata e appositamente predisposta.
Marie Tussaud all’inizio si era specializzata nella realizzazione di maschere mortuarie, molto ricercate durante la Rivoluzione francese e negli anni successivi.

Per ottenere le commissioni e sottrarle alla concorrenza, Marie andava nei palazzi di giustizia e nelle prigioni, per poter conoscere i nomi dei prigionieri condannati alla ghigliottina.
La donna aveva una notevole presenza di spirito: nelle sue “Memorie” racconta che si sedeva “sui gradini del patibolo con le teste insanguinate sulle ginocchia, osservandone le fisionomie, ansiosa di imprimere le effigie dei volti nella cera”.
In questo macabro lavoro, più di tutto contava la tempestività: l’artista doveva trovarsi con una certa prontezza sul luogo dell’esecuzione della pena capitale, per poter cogliere e fissare nella cera l’ultima espressione del defunto.

Marie Tussaud lavorò anche alla maschera mortuaria di Marat e fu piuttosto rapida a raggiungere il luogo del delitto: l’assassina del rivoluzionario non era ancora stata catturata, che lei già modellava la cera per raffigurare il volto della vittima.

La Tussaud, grazie al dottor Curtius, incontrò Bonaparte e Robespierre, e fu anche in buoni rapporti con la corte di Francia: dal 1780 al 1789 diede lezioni d’arte alla sorella del sovrano.

Il 12 luglio del 1789, due giorni prima della Presa della Bastiglia, le teste in cera di Jacques Necker e Luigi Filippo II di Borbone-Orléans, create da Curtius, furono esibite dai rivoluzionari in giro per Parigi, in segno di ammonimento e subito dopo, Marie fu arrestata, per la sua vicinanza alla famiglia reale e fu anche condannata alla ghigliottina.
La donna restò nella prigione Laforce per alcuni giorni insieme alla madre, quando ormai sembrava spacciata, fu graziata e le fu affidato il compito di eseguire le maschere di cera dei condannati a morte.

Alla morte di Curtius, Marie ereditò le sue statue e nel 1795, si sposò con François Tussaud.
Nel 1802, la donna decise di trasferirsi, in cerca di fortuna all’estero, in quanto, concluso il Terrore rivoluzionario, la sua attività era in una fase di declino.
La scelta della meta cadde sulla città di Londra che accoglieva più benevolmente i rifugiati francesi.

Giunta a Londra, la Tussaud trovò lavoro presso un ex collega del dottor Curtius, Paul Philipstal (17??-1829), e non impiegò molto tempo a farsi notare. All’inizio si spostava tra Inghilterra, Scozia e Irlanda infine, si stabilì a Londra.

Madame Tussaud si adattò perfettamente alle richieste del pubblico inglese che prediligeva scene di vita aristocratica e raffigurazioni di personaggi alla moda dell’epoca.
Nel 1837, il successo londinese di Marie fu decretato definitivamente con la riproduzione estremamente fedele dell’incoronazione della regina Vittoria.
Nel 1853, inaugurò la sua galleria a Baker Street: un immenso salone dotato di enormi specchi e fornito di posti a sedere, dai quali i visitatori potevano comodamente apprezzare i suoi allestimenti.
Uno dei suoi maggiori estimatori fu il Duca di Wellington che visitava spesso la sua galleria.

Marie Tussaud era particolarmente abile ad allestire le scenografie attorno ai suoi personaggi; la sua grande qualità esecutiva spingeva i visitatori a fare lunghe file per poter ammirare i suoi capolavori.
Le sue statue erano realizzate a grandezza naturale. I volti e le mani in cera erano infissi su dei manichini, vestiti in modo da rendere il tutto il più realistico possibile.

Per solleticare i gusti macabri della società inglese, la Tussaud pensò bene di realizzare anche una “Camera degli Orrori”, dove mise in mostra le “reliquie” della Rivoluzione francese: la lama usata per la ghigliottina all’epoca del Terrore e degli oggetti che si riteneva fossero appartenuti a Napoleone.
Inoltre, previde anche una “Camera Speciale”, dedicata alla ricreazione di scene del crimine. Per rendere il tutto più realistico, l’artista francese utilizzò i vestiti dei criminali condannati a morte che loro stessi le donavano.

Marie Tussaud immortalò nella cera moltissimi personaggi: una lunga serie di celebri assassini, come James Rush, impiccato per un triplice omicidio; Maria e George Manning, arrestati e poi giustiziati per l’assassinio dell’amante della donna; William Burke e William Hare, autori di ben 16 omicidi.

Nelle sue “Memorie”, Madame Tussaud definì con una certa modestia e garbo il grande lavoro da lei svolto, affermando di aver offerto un servizio pubblico, tentando di unire l’informazione al divertimento.

In copertina: Madame Tussauds Amsterdam

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