Buzzati, Verga e Mann affrontano, attraverso le vicissitudini dei loro personaggi, il tema della morte, ognuno fornendo al lettore la propria personale chiave di lettura.
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Nanà è una delle più note protagoniste dei romanzi di Zola.
È una giovane donna che non possiede nulla a parte l’avvenenza e un fascino conturbante. Due caratteristiche che le consentiranno un’incredibile ascesa: dalla vita da marciapiede a una vita nel lusso, grazie alla disponibilità dei suoi numerosi e ricchi amanti, pronti a commettere follie per accontentarla.
La sua orribile morte, che Zola fa coincidere con l’annuncio dell’entrata in guerra della Francia contro la Prussia, è l’emblema della fine di un mondo dissoluto e in decadenza, quello del Secondo Impero francese.
Tre autori, Leopardi, Balzac e Zola, tre differenti modi di sentire e rappresentare la morte nelle loro opere letterarie.
Il romanzo della Christie, “Dieci piccoli indiani”, è un capolavoro indiscusso della letteratura gialla. La scrittrice tesse una sottile e mortale ragnatela attorno ai suoi personaggi, ricamando sui versi di una curiosa filastrocca infantile.
Calvino ci ha lasciato indimenticabili opere letterarie.; il romanzo “Le città invisibili” è una di queste: un curioso excursus di luoghi immaginari, tra i quali è annoverata anche una città dei morti.
Virginia Woolf non ci ha lasciato solo grandi opere letterarie, ma attraverso la sua scrittura, ci ha mostrato uno scorcio della sua complessa e tormentata umanità che continua a farci riflettere.