“Morte e Vita” è un dipinto di Gustav Klimt e fu definito dall’autore stesso come il suo lavoro figurativo più importante, con questa opera, vinse anche un premio, a Roma, in occasione dell’International Art Exhibition del 1911.

“Morte e Vita” è un dipinto di Gustav Klimt e fu definito dall’autore stesso come il suo lavoro figurativo più importante, con questa opera, vinse anche un premio, a Roma, in occasione dell’International Art Exhibition del 1911.
Le nature morte olandesi sono molto più di semplici rappresentazioni di tavole imbandite. Attraverso questi dipinti possiamo ricostruire i cambiamenti culturali ed economici di una società che si riflette nei cibi, nei tessuti e negli oggetti raffigurati.
“Bodegon” è il termine che identifica il genere artistico della natura morta che si è affermato in Spagna; parallelo alle definizioni di “still life”, inglese, e di “vanitas” degli antichi Paesi Bassi.
L’asarotos oikos (o asaroton) è un antenato della natura morta; in pratica era un mosaico che fungeva da pavimento e sul quale era rappresentato un pavimento sporco.
Frutta, fiori, bottiglie, strumenti musicali e ogni tipo di soggetto inanimato sono i “personaggi” ritratti nelle nature morte. Questo tipo di raffigurazioni hanno avuto una lunga e feconda storia; molti gli interpreti famosi che si sono cimentati in queste rappresentazioni pittoriche.
Le lamentazioni erano forme poetiche e musicali concepite per esprimere il dolore o il lutto. Sia in poesia sia in musica ne esistono molti esempi famosi.
Il Don Giovanni di Mozart è un capolavoro drammaturgico e musicale. Un’opera buffa singolare che si distingue per la tragicità e per il dolore che permeano la musica dall’inizio alla fine.
Come potevano mancare premonizioni di morte nell’opera musicale?
La scena nel cupo antro di Ulrica, la misteriosa indovina di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, ne è un interessante esempio.
La figura di Giuseppe Tartini, compositore e virtuoso del violino, è legata a una famosa composizione musicale che ha avuto una curiosa genesi: la sonata in sol minore.
La Danza Macabra (Danse macabre) op. 40 di Camille Saint-Saëns, in origine è una chanson per voce e pianoforte, successivamente fu strumentata e divenne un poema sinfonico. È una composizione vivace e trascinante che riecheggia in modo ironico e coinvolgente sia il muoversi in processione tenendosi per mano sia l’invito della morte a danzare.