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letteratura poesia

Poesia sepolcrale: riflessioni e meditazioni sulla morte e immortalità

Sapevate che in letteratura un gruppo di opere, collocate temporalmente tra il XVIII e l’inizio del XIX secolo, trova la sua ragione d’essere nelle meditazioni ispirate dalle sepolture?

La Poesia sepolcrale o cimiteriale, così viene chiamata questa sorta di corrente che si oppone, esibendo atteggiamenti in netto contrasto, alla visione illuminista, non colloca la ragione al centro della conoscenza, il metro di giudizio di ogni cosa.
I poeti elegiaci, così vengono definiti i sostenitori di tale movimento sviluppano tematiche cupe e atteggiamenti sentimentali e malinconici che tendono ad esaltare una sensibilità e interiorità ampiamente trascurate dall’età dei lumi.

Transitorietà delle cose, vagheggiamenti amorosi, sensibilità spiccata per la morte, suicidio e dolore universale sono le tematiche che percorrono le produzioni poetiche di questo movimento. Un sentimento doloroso della natura e dell’uomo, e una ricerca dell’autenticità muovono gli animi dei poeti elegiaci che popolano il Preromanticismo inglese.

Tra gli altri interessi di questi poeti ci sono il sonno e la notte che sono ovviamente metafore della morte.

La diffusione della poesia sepolcrale avviene in concomitanza con la “sistemazione” dei cimiteri che proprio nel XVIII secolo e l’inizio del secolo successivo assumono l’attuale assetto.

Gli inglesi sono stati i primi ad assumere questa nuova poetica:

  • Thomas Parnell, A Night-Piece on Death (Composizione notturna sulla morte), meditazione notturna in un cimitero sulla morte e sull’immortalità dell’anima;
  • Robert Blair, The grave (La tomba) che si dilunga sugli aspetti più misteriosi della morte;
  • Thomas Gray e la sua Elegy written in a country church-yard (Elegia scritta in un cimitero campestre), riflessione che dagli individui sepolti nel cimitero di campagna passa alle sorti dell’umanità intera.

Tuttavia, se gli inglesi sono stati i primi a produrre poesie “cimiteriali”, esistono molti esempi anche di autori tedeschi e francesi.

In Italia, possiamo citare il Foscolo che con i “Sepolcri“, anche se l’adesione al movimento è stata solo occasionale, testimonia l’influenza che la letteratura “cimiteriale” ha avuto per la sua produzione artistica, tanto che il motivo del sepolcro è stato elemento caratteristico della sua personalità di artista, mentre per gli altri autori è stato solo “episodico”.

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