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“Funerale a Ornans” di Gustave Courbet: l’arte e la quotidianità

Courbet riteneva l’arte degna di raffigurare scene quotidiane, con gente comune, intenta a svolgere mansioni giornaliere o ad affrontare le difficoltà che normalmente si incontrano nella vita.
Un esempio di questa sua propensione si riscontra nel suo dipinto “Il Funerale a Ornans”.

Courbet riteneva l’arte degna di raffigurare scene quotidiane, con gente comune, intenta a svolgere mansioni giornaliere o ad affrontare le difficoltà che normalmente si incontrano nella vita.
Un esempio di questa sua propensione si riscontra nel suo dipinto “Il Funerale a Ornans”.

Il pittore francese Jean Désiré Gustave Courbet (Ornans, 10 giugno 1819 – La Tour-de-Peilz, 31 dicembre 1877) è noto in particolare per essere stato il più rappresentativo esponente del Realismo francese, nonché suo fervente e principale animatore.

Il movimento artistico era interessato a una rappresentazione fedele della realtà e utilizzava un linguaggio diretto, senza abbellimenti di sorta. Infatti, i quadri di Courbet presentano un’elevata verità di rappresentazione; le sue composizioni e i suoi soggetti sono spontanei, e privi di imposizioni di qualsiasi genere. L’artista, che dipinse composizioni figurative ma anche paesaggi terreni, marini e donne, era contrario alle messe in posa e alle esigenze tipiche del decoro e ciò è evidente in diversi suoi dipinti.

Le opere di Courbet possiedono una loro “fisicità” che il pittore ha esteso anche allo stile e alla tecnica esecutiva.
La sua tavolozza prediletta spaziava dai verdi ai bruni, sino ai grigi. In pratica, utilizzava toni terrestri, pesanti e al contempo, per dare maggiore corpo ai propri dipinti, stendeva con una spatola sulla tela una materia grumosa, composta da uno spesso strato di colore a olio mescolato a sabbia.

La realtà raffigurata da Courbet nei suoi quadri non è più idealizzata e acquista una dignità che in passato era impensabile.
Nelle sue opere pittoriche diventano meritevoli di essere raffigurati non solo il bello e l’armonico, come prevedeva la pittura romantica, ma anche tutte quelle scene ritenute triviali, in quanto scene appartenenti alla quotidianità che, nonostante ciò, erano nelle condizioni di qualificare l’arte.

L’artista era anche molto attento e sensibile di fronte alle problematiche sociali. Si prese a cuore, in particolare, le dure condizioni di vita e di lavoro dei contadini e dei poveri e ciò si riflette nelle sue opere, come ad esempio, ne “Il Funerale a Ornans” (Un enterrement à Ornans), un dipinto a olio su tela, eseguito da Courbet nel 1849-1850 e attualmente custodito al Musée d’Orsay di Parigi.

Courbet mise mano a quest’opera nell’estate del 1849 e la terminò nel 1850. La presentò al Salon del 1850-1851, con il titolo di “Tableau de figures humaines, histoire d’un enterrement à Ornans” (Quadro di figure umane, narrazione di un funerale a Ornans).

Il dipinto fu oggetto di aspre polemiche. I critici e i contemporanei del pittore si scagliarono in particolare contro: la volgarità dei personaggi che furono definiti privi di decoro; la trivialità dell’insieme; le dimensioni monumentali del quadro.

Soltanto un critico si espresse a favore dell’opera di Courbet e lo definì, addirittura, per la storia moderna, come “le colonne d’Ercole del Realismo”.
Il dipinto fece scandalo perché era troppo vero e infatti, lo stesso artista, conscio dell’importanza di ciò che aveva dipinto, disse: “Il funerale a Ornans è stato in realtà il funerale del Romanticismo”.

Il quadro di Courbet rappresenta un anonimo funerale di Ornans (cittadina natale del pittore). Osservandolo possiamo notare che sono raffigurati una trentina di partecipanti e tra loro si possono chiaramente individuare: il sindaco; i chierichetti; i sagrestani con l’abito rosso da cerimonia; i contadini; il giudice; alcune donne; il notaio; il padre di Courbet; il becchino in attesa.

In pratica, tutte persone comuni, in gran parte sconosciute e anonime.
Il pittore ha compresso e appiattito sullo sfondo le figure e le ha collocate in modo quasi da suggerire un fregio antico.
In primo piano è visibile l’apertura della fossa, sul suo bordo alcuni teschi, una sorta di memento mori, per gli spettatori, cioè un invito a riflettere sulla precarietà della vita e sulla tragica condizione umana.

Courbet mostra in questo dipinto il suo spirito innovativo. Innanzitutto, per la scelta dei soggetti: la gente comune che non era ritenuta degna di far parte di una rappresentazione pittorica e poi, anche per le dimensioni dell’opera: il funerale a Ornans vanta una superficie di più di diciotto metri quadri.

Solitamente, dimensioni così colossali non si utilizzavano per ritrarre una scena banale e priva di qualsiasi connotazione divina o mitica, erano invece, per consuetudine, destinate a quadri di storia o perlomeno a scene di genere.

L’artista ha utilizzato colori bruni, terrosi; la gamma delle sue tonalità spazia dai verdi scuri ai grigi spenti fino ad approdare ai neri, non privandosi, però, della vivacità dei bianchi e dei rossi.

Le pennellate sono pesanti, pastose; il pittore le ha abilmente utilizzate, per porre in evidenza la fisicità delle figure ritratte.
Nel quadro, Courbet non ha impiegato una costruzione prospettica rinascimentale e volumetrica, mentre si possono osservare i tagli fotografici laterali, una tendenza propria dell’epoca che risentiva dello sviluppo della fotografia.

In copertina: particolare del dipinto a olio su tela “Funerale a Ornans” (Un enterrement à Ornans, 1849-1850 – dimensioni: 315×668 cm) di Gustave Courbet (Musée d’Orsay, Parigi)

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