Negli alberi è depositaria l’antica e profonda saggezza. Per comprendere il presente e il passato, è necessario fermarsi per ascoltare e imparare dalla loro memoria.
io Vento e gli Alberi

Negli alberi è depositaria l’antica e profonda saggezza. Per comprendere il presente e il passato, è necessario fermarsi per ascoltare e imparare dalla loro memoria.
Il Vento si avvicina al saggio e antico fiume. Lui scorre placido sotto il sole, ma nel suo mormorio traspare un’inquietudine nascosta.
Viviamo in un’epoca in cui la frenesia quotidiana ci allontana dalla natura, dalla terra, dall’aria e dall’acqua. Ma c’è una voce che ancora può guidarci verso una connessione più profonda: “La voce del Vento”. Questo titolo, che farà da filo conduttore a una serie di capitoli, ci invita a rallentare, ad ascoltare il respiro antico della natura e a riscoprire la nostra appartenenza al mondo che ci circonda.
L’idea che le anime dei defunti non siano contente se i vivi soffrono per loro, affonda le radici in diverse prospettive spirituali e psicologiche.
La poesia esprime un profondo senso di solitudine e disperazione. L’autore maledice la solitudine e l’egoismo, colpevoli di farlo sentire smarrito e incapace di percepire la bellezza della vita. Si sente alienato persino da se stesso, vedendo nel riflesso dello specchio solo il proprio volto, mentre la sua anima sembra voler fuggire verso un’altra dimensione. Il componimento si chiude con un pensiero cupo sulla possibilità di liberare l’anima dalla sofferenza e tornare alla terra, evocando l’idea della morte come ultima via di fuga.
La relazione tra Opportunismo, Stupidità
e Corruzione in Italia
“L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, ma è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio e questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.”
Giovanni Falcone
Parole che catturano, con straordinaria intensità, il sentimento dell’attesa e la trasformazione dell’illusione in disillusione
Il testo è poetico e malinconico, evocando l’idea di un confine tra ciò che vediamo e ciò che immaginiamo, tra realtà e sentimento. L’orizzonte diventa metafora della fine di un amore, ma anche della possibilità di un “oltre” che risiede nella mente e nei desideri.
Ho cercato tante volte a immaginare una donna vittima di abusi, molestie, maltrattamenti e percosse… Ho provato un senso di vuoto totale di tempo e di memoria… un senso di impotenza e di vergogna per la difficoltà di compenetrarmi e capire. Oltre un semplice “mi dispiace” non è arrivato nient’altro… solo uno schifoso vuoto totale, […]