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Tartini e il curioso aneddoto della sonata “il trillo del diavolo”

La figura di Giuseppe Tartini, compositore e virtuoso del violino, è legata a una famosa composizione musicale che ha avuto una curiosa genesi: la sonata in sol minore.

Da un sogno diabolico Tartini trasse l’ispirazione per una sorprendente sonata cui è legata la sua notorietà.

La figura di Giuseppe Tartini, compositore e virtuoso del violino, è legata a una famosa composizione musicale che ha avuto una curiosa genesi: la sonata in sol minore per violino e basso continuo, più nota come il trillo del diavolo.

La vicenda legata alla composizione de “il trillo del diavolo” è riferita nel libro Voyage d’un Français en Italie, fait dans les années 1765 et 1766 (Viaggio di un francese in Italia, fatto negli anni 1765 e 1766) dell’astronomo francese Joseph Jérôme de Lalande che incontrò Giuseppe Tartini a Padova nel 1765.

Questo fu quanto accadde: una notte del 1713, Tartini fece un sogno in cui il diavolo era disposto a esaudire ogni suo desiderio. Il musicista gli chiese di suonare il suo violino, nella speranza di udire una “bella aria”.
La musica che il diavolo suonò sullo strumento fu “singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza” che Tartini non era in grado di concepire “nulla che le stesse al paragone”.
Sorpresa, rapimento e piacere troncarono il respiro del musicista che riemerse dal sogno ancora in preda a una violenta sensazione; afferrò subito il suo violino ma non riuscì a riprodurre ed eguagliare la bellezza della melodia appena udita in sogno.

La sonata in sol minore è una delle composizioni migliori realizzate da Tartini, ma sembra fosse lontana dalla bellezza e singolarità della musica del sogno, per questo si pensa che il violinista abbia continuato a correggere la sua musica, nell’impossibile tentativo di riprodurre nel modo più fedele possibile l’originale sognato.

La sonata è costituita da tre movimenti: Larghetto affettuoso, Allegro, Andante-Allegro-Adagio.
Nel primo movimento, dalla struttura semplice e lineare, è presentato il tema principale della sonata che costituisce il materiale principale sul quale si basano anche gli altri due movimenti.
Il secondo movimento è più complesso: la parte del basso non si limita più alle semplici cadenze del primo movimento, ma accenna la melodia, mentre il violino si muove su passaggi virtuosistici.
Il terzo movimento alterna due tempi differenti: 2/4 nell’Allegro e 4/4 nell’Andante-Adagio.

La sonata di Tartini è caratterizzata da una notevole difficoltà tecnica – è considerata uno dei più difficili brani per violino mai composti – e ha causato un certo imbarazzo per la sua datazione: il 1713 se ci si basa sul racconto di Joseph Jérôme de Lalande, se invece si considera l’analisi dello stile musicale sembra più probabile una collocazione intorno al 1740.
C’è chi addirittura sostiene che Tartini abbia iniziato a lavorare alla sonata nel 1713 e poi abbia continuato a perfezionarla fino al 1740 e oltre.

Tartini deve a il trillo del diavolo gran parte della sua notorietà.
Inoltre, l’influenza esercitata da questo brano di memorabile bellezza e complessità tecnica è tale da essere passata anche nel mondo dei fumetti: Dylan Dog, protagonista dell’omonima serie, nel tempo libero si diletta a suonare con il suo clarinetto proprio il trillo del diavolo.

In copertina: Il sogno di Tartini, illustrazione di Louis-Léopold Boilly (1761-1845) riferita all’aneddoto del sogno che avrebbe ispirato la composizione della sonata

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