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Tanatologica(mente)

Idrolisi alcalina: verso la cremazione liquida

La cremazione “liquida” è una pratica legata ad un concetto più ecologico di smaltimento dei resti mortali secondo un processo di non combustione del corpo umano.

Aquamation® è, ad oggi, uno dei sistemi più eco-friendly e stimabili nell’industria funeraria per lo più statunitense.

La disponibilità degli spazi di sepoltura sta diminuendo vertiginosamente a causa della carenza di terreni in tutti il mondo, per cui si cercano soluzioni alternative, innovative ed eco friendly.

Conosciuta anche come “idrolisi alcalina“, è un usata sia per i resti umani che per i pets secondo un processo più naturale, etico e in equilibrio con l’ambiente rispetto alla cremazione ordinaria.

Viene invero utilizzata acqua al posto del fuoco per restituire il corpo alla natura, attraverso il seguente processo:

il corpo umano viene delicatamente posizionato entro una vasca di ferro precedentemente disinfettata ed igienizzata.

Una combinazione di acqua (95%) calda ma non bollente, temperatura e alcalinità (ovvero la neutralizzazione degli acidi attraverso l’idrossido di potassio e sodio) aiuta ad accelerare il processo di idrolisi del corpo (il processo di scissione delle molecole per effetto dell’acqua stessa) entro la vasca.

In tal modo, gli elementi costitutivi del nostro corpo – sali, zuccheri, amminoacidi e peptidi – sono tutto ciò che rimane di esso nell’acqua, tenendo dunque conto che siamo composti proprio di essa per il 70%!

La differenza tra ciò che rimane da una comune cremazione e ciò che invece viene prodotto dal processo di idrolisi alcalina.
Credits: Aquamationinfo

Le uniche parti solide che sopravvivono dunque al processo sono le ossa, totalmente spoglie delle parti molli.

Dopo il disfacimento dei tessuti molli, le ossa vengono sottoposte ad un procedimento che le polverizza entro un apposito macchinario.

Perchè può ritenersi un processo di smaltimento all’avanguardia?

Prima di tutto richiede solo il 10% dell’energia richiesta dalla cremazione convenzionale, pari cioè ai 1,000° C.

Nella cremazione dell’acqua non si produce gas metano. In una sepoltura, questo può trapelare insieme a
altri fluidi tossici e perdite nelle acque sotterranee.

Non viene sprecato legno, quindi vi è un minor impatto ambientale legato all’abbattimento degli alberi.

Le protesi in titanio, i pacemaker non vengono minimamente toccate dal processo di idrolisi alcalina, diversamente dalla cremazione normale. In tale modo, viene alleggerito il carico di lavoro agli impresari funebri, che così non dovranno rimuoverlo autonomamente.

Nell’immagine, uno schema semplice e diretto per evidenziare le differenze tra il processo di cremazione a combustione e quello di Aquamation.
Credits: Pet Loss care memoriale center

Il 100% dei rifiuti è naturale (tanto che la stessa acqua può essere utilizzata come fertilizzante per i fiori).

Non vi sono nemmeno emissioni di mercurio come per una normale cremazione, che necessita di filtri appositi dal costo spropositato: circa 500,000 dollari!

Per quanto riguarda infatti la fornitura necessaria al processo di idrolisi alcalina, sembra non ci siano costi di mantenimento (differentemente dalla manutenzione ordinaria richiesta da un forno crematorio ogni 5-10 anni).

Ciò che rimane, dunque, sono resti sicuri al 100% privi di agenti patogeni: le ceneri vengono restituite ai dolenti in un’urna al fine di essere tumulate o semplicemente sparse in un luogo caro alla famiglia.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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