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Tanatologica(mente)

 Jumokusō: le sepolture degli alberi in Giappone

Il minore spazio per le sepolture comporta nuove modalità funebri per la conservazione delle salme. In Giappone, si è deciso di chiedere aiuto agli alberi per accogliere i propri morti.

Il Mondo, il nostro spazio vitale sembra apparire sempre più piccolo in corrispondenza dell’accrescimento demografico degli ultimi decenni.

Più persone al mondo significa anche, un domani, dover fare i conti con le sepolture future e di come gestire dunque lo spazio dedicato alle sepolture stesse.

Eppur eppure, non è una problematica che può passare inosservata, e negli ultimi anni stiamo scoprendo e testimoniando sempre più disparate modalità di sepoltura e funebri per gestire tale circostanza.

Non a caso stanno prendendo piede le sepolture verdi (green burial, Capsula Mundi)e, negli States in particolare, Aquamation, il sistema di cremazione attraverso l’idrolisi alcalina (vedasi articolo dedicato: https://blog.necrologi-italia.it/idrolisi-alcalina-verso-la-cremazione-liquida/ ).

In Giappone, poi, esistono vere e proprie campagna per far sì da sensibilizzare le persone a preferire, alla pratica tradizionale della sepoltura a terra o per tumulazione, la cremazione affinchè ci sia spazio per tutti.

Credits: Alamy – tombe tradizionali giapponesi

La questione legata allo spazio per le sepolture in Giappone è aperta già a partire dagli anni ’70, poichè già all’epoca si riscontrava la mancanza di spazio per le nuove inumazioni e tumulazioni, tanto che le proposte hanno anche offerto sepolture in altre località da raggiungere però facilmente con i mezzi.

Dagli anni ’90, una piccola grande svolta: le  Jumokusō ovvero le “sepolture degli alberi”, consistente nel porre i resti cremati a terra ove poi verrà piantato un albero per tracciare il luogo di sepoltura.

Le prime inumazioni avvennero in un piccolo bosco, nel tempio di Chishōin di stampo buddista giapponese, per il cui pensiero gli alberi siano parte – come tutta la flora – di una parte essenziale del ciclo di reincarnazione e dunque da tutelare.

Questa tipologia di sepoltura inoltre, costa meno rispetto a possibilità funebri di tipo tradizionale, le quali vengono però protette da una buona parte dei sostenitori delle tradizioni secolari poichè rivendicano la necessità di luoghi concreti per visitare i propri morti.

Tradizione e innovazione, dunque si ritrovano ancora una volta a divergere ma – inevitabilmente – si dovrà fare i conti per comprendere quale sia la migliore soluzione per gestire i propri defunti nella totale armonia con la Terra.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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