La Danza Macabra (Danse macabre) op. 40 di Camille Saint-Saëns, in origine è una chanson per voce e pianoforte, successivamente fu strumentata e divenne un poema sinfonico. È una composizione vivace e trascinante che riecheggia in modo ironico e coinvolgente sia il muoversi in processione tenendosi per mano sia l’invito della morte a danzare.
Camille Saint-Saëns compose la Danse macabre nel 1874, e nello stesso anno, il 25 di gennaio, fu eseguita per la prima volta ai Concerts Colonne a Parigi. La composizione è strutturata in un unico movimento moderato di valzer.
Il tema della danza macabra aveva già ispirato un altro famoso musicista: Franz Liszt con la sua Totentanz.
Saint-Saëns elaborò una musica seguendo le suggestioni di un poemetto grottesco di Henri Cazalis. La trama, brevemente riassunta, è la seguente:
in un paesaggio illuminato a tratti dalla luce della luna che attraversa stralci di nuvole si odono dodici cupi rintocchi del campanile di una chiesa. Mentre svanisce il suono dei rintocchi, strani rumori giungono dal cimitero: è la Morte che, seduta su una pietra tombale, suona un violino scordato ed evoca a raccolta i morti che fuoriescono dalle loro tombe. Avvolti in bianchi sudari gli scheletri iniziano a muoversi e a volteggiare in una danza infernale, emettendo grida e risa terribili. I defunti ballano in modo sempre più frenetico, mentre la Morte tiene il tempo con il piede. Poi, il ballo si placa e dopo alcuni istanti riprende più sguaiato e selvaggio di prima. Solo quando la Morte smetterà di suonare e nel silenzio si leverà il canto di un gallo, i morti smetteranno di danzare e si affretteranno a raggiungere le rispettive tombe.
Nella luce dell’alba torna di nuovo la quiete.
La Danse macabre è nella tonalità di sol minore e la sua strumentazione è composta principalmente da strumenti a fiato (ottoni e legni), percussioni, strumenti ad arco, e tra essi, distinguiamo il violino solo, suonato dalla Morte che, non solo ha la corda più alta “scordata” appositamente, ma per generare contrasto, si muove su una tonalità diversa da quella su cui è impostato il brano.
I rintocchi della mezzanotte sono eseguiti dall’arpa, mentre i passi che si sentono nel cimitero sono frutto di un contrabbasso pizzicato, poi appare la Morte o meglio il suono del suo violino che esegue il tema del richiamo che è costruito su tre suoni: Re, Mi♭ e Sol.
Un altro tema che compare nel poema sinfonico è quello dei morti che si levano dalle tombe: una melodia costruita su una successione cromatica (Sol, La♭, La, Si♭, Si e Do).
Il primo strumento a fare il suo ingresso è il flauto insieme all’arpa cui si aggiungono gli archi. Un breve intervento dei timpani e riappare il tema della Morte. Invece, il ballo nel quale si scateneranno i defunti è in mano al violino e all’orchestra, mentre triangolo e timpani in fortissimo dettano un ritmo cadenzato.
Contrabbassi e violoncelli danno vita alla danza con un tema specifico mentre gli ottoni raffigurano, sonoramente, urla e risate dei defunti.
Il tema dei morti torna ancora, riproposto dal violino scordato, al quale, a intervalli, si aggiunge lo xilofono che imita il rumore secco delle ossa degli scheletri che stanno ballando.
Il tema della danza lanciato in precedenza da contrabbassi e violoncelli si trasforma in una fuga eseguita dall’orchestra al completo.
A seguire, sono riproposti i vari temi, ma con strumentazione diversa.
Passaggi, temi che echeggiano nel tessuto sonoro, un pianissimo e poi un crescendo, un fortissimo e infine, all’improvviso un arresto.
Un oboe solleva il suo canto: è il gallo che preannuncia l’alba; segue un colpo di timpano e un tremolo degli archi: la folle danza è giunta al termine.
La Morte è sconfitta dall’arrivo del nuovo giorno e può solo accennare il tema conclusivo sul suo violino scordato. La Danse macabre termina con un pizzicato d’archi.