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Petrus van der Velden: “Il funerale olandese”

Petrus van der Velden, in una fase in cui i pittori della sua cerchia rappresentavano le dure condizioni di vita della classe operaia olandese, dipinse “Dutch funeral” (il funerale olandese).

Petrus van der Velden, in una fase in cui i pittori della sua cerchia rappresentavano le dure condizioni di vita della classe operaia olandese, dipinse “Dutch funeral” (il funerale olandese).

Petrus van der Velden (Rotterdam, 5 maggio 1837 – Auckland, 11 Novembre 1913) iniziò a prendere lezioni di disegno a tredici anni, poi fece apprendistato come litografo.
Nel 1858, a Rotterdam, con il socio in affari, J. G. Zijderman, avviò una società di stampa litografica.

Per quanto riguarda l’attività di pittore, van der Velden produsse i primi dipinti di un certo rilievo intorno al 1864, ma è dal 1867, quando chiuse la sua attività di stampa, che iniziò a dedicarsi esclusivamente alla pittura, compiendo i suoi studi presso le accademie di Rotterdam e Berlino.

Dopo aver trascorso un periodo sull’isola di Marken (1871-73), van der Velden visse all’Aia o comunque nelle sue vicinanze fino al 1888.
Durante questa fase artistica, dipinse soprattutto scene di genere, come: “Il funerale olandese” (1872, collezione della Christchurch Art Gallery) e “Il vecchio violoncellista” (1887, L’Aia, Gemeentemuseum). Dipinse anche paesaggi, come “Neve sulle dune di sabbia” (1889-90, collezione del Museum of New Zealand Te Papa Tongarewa).
Nelle opere di questo periodo, l’artista manifestò una tensione tra naturalismo e realismo romantico, molto vicino allo stile di Jozef Israëls (1824-1911).

Nel 1890, van der Velden si trasferì a Christchurch, in Nuova Zelanda, con la moglie e i figli e qui rimase fino al 1898, quando il pittore decise di imbarcarsi per Sidney, dove perse sua moglie che morì nel 1899.
In Australia, van der Velden incontrò al sua seconda moglie e nel 1904 partì con lei per Wellington (Nuova Zelanda).
L’artista olandese morì ad Auckland l’11 novembre del 1913

Il funerale olandese fu dipinto da van der Velden nel 1871, in occasione di una visita dell’artista all’isola di Marken, nello Zuiderzee (Olanda). Questa assunse il ruolo di opera chiave all’interno di un’importante serie di dipinti del pittore olandese.

Il quadro appartiene a una matrice realista romantica del XIX secolo, della Scuola olandese dell’Aia.
Van der Velden era un associato della Scuola, i pittori di questa cerchia ritraevano le dure condizioni di vita della classe operaia olandese dell’Ottocento. Naturalismo e oggettività avevano la finalità di illustrare la durezza e il dramma di queste vite semplici.

Per il suo “funerale” sembra che l’artista olandese si sia ispirato all’annegamento di un pescatore di Marken, accaduto mentre lui si trovava in visita sull’isola. Inoltre, pare che van der Velden rimase particolarmente colpito da una serie di dipinti del leader della Scuola dell’Aia, Jozef Israëls, in particolare, dal “Pescatore annegato”.

Nel suo dipinto, Il pittore olandese ha descritto l’umile funerale di famiglia con la cura che i pittori dedicavano ai grandi eventi. La figura centrale dell’opera è la vedova che il pittore ha collocato al centro della sua rappresentazione.

I personaggi sono ritratti in abiti scuri che contrastano con le tonalità del paesaggio innevato che li ospita.
Queste scelte coloristiche limitate sono tipiche della ridotta gamma tonale utilizzata dalla Scuola dell’Aia.
Del resto, a van der Velden bastano poche lievi modifiche cromatiche per definire i dettagli dei costumi.

Il contrasto tra bianco e nero non fa che accrescere il dramma umano che si manifesta: nelle posizioni rannicchiate delle figure; nei gesti e nelle espressioni che animano i personaggi; nella collocazione del corteo funebre lontano dal villaggio, che aumenta il senso di desolazione della scena.

Alla sua prima esposizione, il funerale olandese colpì Israëls; il dipinto fu acquistato da Gerrit van Asch che, nel 1890, sponsorizzò van der Velden in Nuova Zelanda.

Il funerale, o scena di morte, era un soggetto romantico molto popolare tra i pittori realisti non solo dei Paesi Bassi di fine Ottocento, ma anche degli artisti attivi in Gran Bretagna, Francia e Germania. La diffusione di immagini funeste nelle opere dei pittori europei di quel periodo fu una diretta conseguenza della serie di guerre avvenute in Europa.

Tra i dipinti più celebri di questo periodo, ispirati al tema della morte in mare, ricordiamo: il Naufragio di Goya (1793), il Naufragio di Turner (1805), La zattera della Medusa di Gericault (1818/1819), il Naufragio della speranza di Friedrich (1824).

In copertina: The Dutch Funeral (Il funerale olandese), 1872 di Petrus Van der Velden

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