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Tanatologica(mente)

La Capela dos Ossos

Tappa imprescindibile in Portogallo per chi si lascia affascinare dal culto delle ossa, Evora propone un itinerario comprendente dei resti di circa 5000 individui risalenti al XVI secolo. Scopriamolo insieme!

Non siamo nuovi nell’imbatterci in ossari e culti ben lontani dalla visione del Sacro imperniato su icone, santi e altari sontuosi, come ad esempio in via Veneto a Roma, o presso il Cimitero delle Fontanelle a Napoli, o altresì le catacombe di Parigi, San Bernardino alle ossa a Milano o l’ossario di Sedlec in Repubblica Ceca!

Evora presenta una cappella interamente composta di ossa umane, nel cuore del Portogallo centro meridionale ed è facilmente raggiungibile anche per i turisti più curiosi (circa un’oretta e mezza da Lisbona) e vi si accede attraverso la Chiesa di San Francesco.

La chiesa di per sè presenta una navata unica, forse con la più grande campata nel gotico portoghese e presenta lateralmente 12 cappelle in stile barocco.

Originaria dunque del XVII secolo, la cappella venne ideata per mano di un frate francescano e richiama al culto della meditazione sull’effimeratezza del passaggio terreno: il visitatore viene difatti accolto così:

Foto per gentile concessione del Dottor Giovanni Magno, conservatore e assegnista di ricerca presso il Museo Morgagni di Anatomia Patologica dell’università degli Studi di Padova

invero, leggiamo “Nós ossos que aqui estamos pelos vossos esperamos“, Noi ossa che qui stiamo, le vostre aspettiamo. Un memento mori di una certa caratura, insomma.

Alta circa 11 metri e pareti di 18 metri ciascuna, presenta ogni centimetro ricoperto da ossa, teschi cementati per mantenere l’aderenza ottimale sulla superficie e la luce, anzi la penombra in cui ci si trova immersi aumenta in qualche modo un senso di suggestione nel visitatore.

Questi resti umani sono stati prelevati dai frati francescani e traslati dai cimiteri della zona (circa una quarantina) nel 1816 e per lo più appartengono proprio ai frati sepolti nei campisanti di lì riportandone talvolta le generalità, non facendone così perdere l’individualità.

Foto per gentile concessione del Dottor Giovanni Magno. Uno dei due cadaveri essiccati appesi entro la Cappella

Oltre alle ossa, troviamo due esemplari di corpi umani totalmente essiccati ed appesi come continuo monito, ciò che io sono, tu sarai..non appeso, bensì un corpo destinato alla fine terrena.

Come poc’anzi citato, si decise di esporre i resti umani non relegandoli al buio eterno proprio per esortare ad una profonda riflessione sulla vita terrena e, così, potersi redimere per tempo dai propri peccati.

Foto per gentile concessione del Dottor Giovanni Magno

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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