Categorie
Cultura musica

Una notte sul Monte Calvo: vicende, musicali e non, di un sabba di streghe

Nel suo poema sinfonico “Una notte sul Monte Calvo”, Modest Petrovič Musorgskij, riprendendo racconti di Gogol’ e leggende popolari, descrive musicalmente un sabba di streghe.
Il brano non fu mai eseguito finché il musicista fu in vita, dopo la sua morte ebbe però un grande successo e molti arrangiamenti per i più svariati utilizzi.

Nel suo poema sinfonico “Una notte sul Monte Calvo”, Modest Petrovič Musorgskij, riprendendo racconti di Gogol’ e leggende popolari, descrive musicalmente un sabba di streghe.
Il brano non fu mai eseguito finché il musicista fu in vita, dopo la sua morte ebbe però un grande successo e molti arrangiamenti per i più svariati utilizzi.

La vicenda narrata musicalmente da Musorgskij, ispirata da opere letterarie russe e leggende, si svolge la notte della vigilia di San Giovanni.
Il musicista terminò l’opera il 23 giugno 1867, la vigilia della festa di Ivan Kupala (festa di San Giovanni Battista celebrata in Polonia, Russia, Bielorussia, Lituania e Ucraina; il nome è composto da Ivan, forma slava del nome “Giovanni”, e Kupala, termine slavo legato al lavarsi in acqua). La storia è in pratica il resoconto in musica di un sabba di streghe.

Il Monte cui fa riferimento il compositore è il Lysa Hora (letteralmente “monte privo di tratti distintivi”, “monte sterile” o “monte calvo”), una grande collina dell’Ucraina nei pressi della capitale Kiev, vicino alla confluenza dei fiumi Dnipro e Lybid; attualmente, la collina è una riserva naturale.
Il Lysa Hora, che si trova nel comune di Holosiiv, ha probabilmente questo nome, perché la sua parte superiore è priva di alberi e, secondo la leggenda, era un luogo dove si radunavano le streghe. Questo, perlomeno, è ciò che si riscontra in alcuni scritti di Nikolaj Gogol’.

Alcuni storiografi sostengono che il poema sinfonico di Musorgskij abbia visto la luce in seguito al soggiorno del compositore presso Montecalvo Irpino.
Il musicista fu ospite della duchessa Maddalena Pignatelli, figlia di Pietro Fesenko, consigliere dello zar Nicola II.
Si ritiene che, durante questa permanenza, Musorgskij fosse stato colpito sia dai luoghi circostanti sia dalla leggenda delle streghe di Benevento e da essi fosse stato ispirato per il suo poema sinfonico.

Questa composizione, molto conosciuta attualmente, non fu molto fortunata all’epoca della sua realizzazione: incontrò molti rimaneggiamenti e innumerevoli ostacoli prima di essere eseguita pubblicamente, purtroppo, quando accadde, Musorgskij era già morto.
Inoltre, l’opera divenne famosa non nella versione originale, ma in quella rimaneggiata da Rimskij-Korsakov nel 1886. La versione di Musorgskij fu scoperta solo nel 1968.

Negli anni tra il 1858 e il 1860, da alcune annotazioni del compositore, apprendiamo che aveva in mente di scrivere un’opera che doveva comprendere la rappresentazione di un sabba.
L’ispirazione letteraria era un racconto di Gogol’: “La sera della vigilia di San Giovanni Battista”, contenuto nella raccolta “Veglie alla fattoria presso Dikan’ka”, e altro materiale di varia provenienza.
Questa raccolta di Gogol’ era insolita per la letteratura russa. In essa si narra di amori contrastati, luoghi stregati, feste sfrenate nelle notti di luna, vecchi che giocano a carte con le streghe. Il personaggio principale è il diavolo che irrompe nelle vite degli abitanti di Dikan’ka. La narrazione si muove in un tempo mitico e sospeso.

Agli inizi di giugno del 1867, Musorgskij ha già avviato la scrittura orchestrale del brano.Una volta completato il pezzo, il compositore lo mostra a Balakirev, il leader del gruppo dei cinque (compositori classici non professionisti: Milij Balakirev, Cezar’ Kjui, Modest Musorgskij, Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aleksandr Borodin), che lo critica aspramente e per questo il brano fu accantonato e mai eseguito.

Il programma della composizione prevedeva quattro fasi distinte:
1 Assemblea delle streghe, loro discorsi e chiacchiere
2 Il corteo di Satana
3 (Messe noire) Messa nera
4 Sabba


Musorgskij rivide la composizione nel 1872, quando pensò di tradurla in un brano per coro e orchestra che doveva essere incluso nel III atto dell’opéra-ballet collettiva Mlada.
Il pezzo rivisitato doveva prendere il titolo di “Una notte sul monte Triglav”; ma anche questa volta le aspettative del compositore furono deluse: anche questa seconda versione fu messa da parte e la partitura andò perduta.

Una terza versione, rimasta incompiuta, prese vita nel 1880: “Il sogno del giovane paesano”. Doveva fungere da intermezzo dell’opera “La fiera di Soročynci”.
In quest’opera si immagina che Gric’ko, il protagonista, nella notte di San Giovanni, ubriaco, si addormenti e sogni di assistere a una riunione di streghe e demoni che si lanciano in danze furibonde, fino a raggiungere un malefico crescendo: il sabba, durante il quale, senza freni, liberano la loro follia. La frenesia del sabba verrà interrotta dal suono delle campane di una chiesa. A quel punto il giovane Gric’ko si sveglia.

La cosa curiosa di “Una notte sul monte Calvo” è che accantonato e osteggiato all’epoca della sua composizione, ebbe invece un grande successo postumo, anche se la versione giunta a notorietà è quella di Nikolaj Rimskij-Korsakov del 1886, concepita come una Fantasia per orchestra, non l’originale di Musorgskij che fu ritrovato successivamente e che, confrontato con la versione del suo amico, risulta più asciutta e persino più moderna.

Korsakov realizzò la sua versione, facendo riferimento a “Il sogno del giovane paesano”, non vide mai la versione di Musorgskij del 1867, probabilmente conservata tra i documenti di Balakirev, e ignorò che fosse già stata completata e orchestrata.
La versione proposta da Korsakov risente, ovviamente, del suo stile.
Il compositore conservò la struttura tematica di Musorgskij, ma per il resto, apportò varie modifiche: tolse e aggiunse battute; levigò irregolarità ritmiche; modificò le strutture armoniche e ne smussò le asprezze.
L’opera così revisionata risultò più appetibile per il pubblico, ma perse la scrittura “primitiva” dell’originale.

Alla fine del 1920, il manoscritto di Musorgskij fu ritrovato dal musicologo Georgiy Orlov nella biblioteca del Conservatorio di Leningrado.
La composizione originale mostra un legame con il patrimonio musicale popolare al quale va aggiunto un senso del demoniaco, inoltre, nonostante sia un brano di musica descrittiva non presenta il tipico manierismo di tali composizioni, mentre si avvertono molte affinità tematiche con la Danse Macabre di Camille Saint-Saëns.

“Una notte sul monte Calvo” ha avuto molte rivisitazioni e riutilizzi: Leopold Stokowski, nel 1940, lo ha riorchestrato per il film di animazione Fantasia della Walt Disney; Luis Bacalov lo ha arrangiato in una versione divenuta famosa; i New Trolls hanno aggiunto alla loro versione un breve testo shakespeariano; RadioRai, dal 1976 al 1994, lo ha utilizzato come sigla del Giornale Radiotre; David Shire, nel 1977, ne realizzò una versione disco music per il film “La febbre del sabato sera”; i Marduk (band black metal svedese), nel 1996, incluse alcune parti rivisitate nella canzone “Glorification of the black God; la Roto Rooter Good Time Christmas Band ha addirittura concepito una versione umoristica del brano, per banda di ottoni e kazoo (strumento musicale della categoria dei membranofoni).

Pinterest
Pinterest
fb-share-icon
LinkedIn
LinkedIn
Share
Instagram