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Tanatologica(mente)

Danze macabre a Gandino

A Gandino, presso il Museo della Basilica è possibile osservare dei pannelli del ‘700 piuttosto macabri ma ricchi di siginficato: scheletri e danze pronti a ricordarci la nostra impermanenza terrena.

Qualora giungeste a Gandino, piccola provincia di Bergamo, non perdetevi una visita di tutto rispetto presso il Museo della Basilica della città.

Il Museo, inaugurato nel dicembre del 1929, crebbe allorquando nel 1963 vennero aggiunte due nuove collezioni tra cui la sezione di Arte Sacra, che ospita i 22 pannelli macabri raffiguranti scheletri di dimensione reale realizzati dall’artista Giovanni Radici tra il 1758 ed il 1771, ma non solo.

Sempre risalenti alla prima metà del ‘700 altri 5 pannelli con la rappresentazione allegorica di scheletri umani dove ognuno di essi regge in mano le preci per i Defunti.

Credits: Eppen

La particolarità dei 22 pannelli sta nella rappresentazione in dimensione reale dove gli stessi scheletri sono vestiti secondo le peculiarità dell’epoca:

da soggetti militari a quelli religiosi, dai maestri della lavorazione della lana ai commercianti.

La tradizione di rappresentare scheletri e teschi in quel periodo storico è fortemente legato alla cultura del memento mori (ricordarci cioè che dobbiamo morire e che non siamo eterni) da inserire entro le chiese per ricordare tale aneddoto ai fedeli che vi si recavano.

Tali rappresentazioni erano cioè realizzate per lo più per essere presentate come vere e proprie scenografie da esporre nei giorni in cui più sentite erano le festività legate ai defunti, come il suffragio dei morti (ultimi tre giorni della festa di Carnevale) o l’ottavario novembrino.

Credits: Piazza Brembana

Poichè si, tutto è vanità.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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