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Tanatologica(mente)

Il mostro di Milano

Questa è la storia di Antonio Boggia, un serial killer italiano conosciuto come “il mostro di Stretta Bagnera”

Anche l’Italia, come siamo ben consci, riporta un sostanzioso panorama legato alla cronaca nera, nerissima,

con molteplici casi di killer seriali e “mostri”, autori di efferati omicidi.

Quella di Boggia è la storia di un uomo che nella propria vita presentò differenti problemi con la legge: nato nel 1799 a Ruio (vicino al lago di Como), visse una serie di vicissitudini legate alla truffa, alle risse ed un tentato omicidio alla sola età di 25 anni.

La sua “carriera” da omicida seriale si avviò nel 1849, e la cui prima vittima fu Angelo Ribbone, un uomo dapprima derubato e poi ucciso in modo raccapricciante e  nascosto nella via menzionata di Milano, Stretta Bagnera.

Altri casi accertati furono quelli legati all’omicidio di una donna anziana, di cui peraltro riuscì ad intascarne i beni, svelato dalle indagini dei Carabinieri Reali, il cui corpo venne rinvenuto murato entro una nicchia proprio vicina a Stretta Bagnera.

Non solo: nel luogo di ritrovamento del corpo murato, vennero ritrovati altri due cadaveri.

Processato, confessò gli omicidi e condannato a morte per impiccagione: fu l’ultima condanna a morte resa ad un civile, poichè poi venne abolita nel 1890.

Il suo post mortem non fu altrettanto sereno: una volta eseguita la ghigliottina, il corpo fu sepolto nel cimitero del Gentilino ma, la testa, sequestrata e poi donata a Cesare Lombroso, padre della criminologia, per studiarne le peculiarità.

Nel 1949, la testa venne poi portata a Musocco.

Si dice che il suo fantasma vaghi ancora per quella vita, palesandosi attraverso soffi di aria gelida.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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