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Archeologia Egizi

Tutankhamon: una breve vita e un breve regno destinati all’immortalità

Passato alla storia come il faraone bambino, Tutankhamon, dodicesimo sovrano della XVIII dinastia egizia, nacque ad Amarna nel 1341 a. C.
Ebbe un regno molto breve: malato sin dall’infanzia, morì a Menfi, non ancora ventenne, nel 1323 a.C., senza lasciare un erede al trono. La sua notorietà è legata più alla sua morte che alla sua vita.

Passato alla storia come il faraone bambino, Tutankhamon, dodicesimo sovrano della XVIII dinastia egizia, nacque ad Amarna nel 1341 a. C.
Ebbe un regno molto breve: malato sin dall’infanzia, morì a Menfi, non ancora ventenne, nel 1323 a.C., senza lasciare un erede al trono. La sua notorietà è legata più alla sua morte che alla sua vita.

Quando venni incoronato re, i templi degli dei e delle dee […] erano in rovina. Era come se i santuari non fossero mai esistiti, erano diventati terra infestata dai canneti […]. Il paese era nel caos, e gli dei l’avevano abbandonato. Se ci si prostrava, per chiedere il favore di un dio, questi taceva. Ma dopo molti giorni la mia maestà sorse sul trono di suo padre, governò sul territorio di Horus, e le Due Terre furono quotidianamente sotto il suo comando. Poi consultai il mio cuore esaminando ogni occasione meritevole e cercando di capire cosa avrebbe rallegrato il padre Amon […]. Il cuore degli dei e delle dee […] sono ora colmi di gioia, e i possessori dei reliquiari sono felici” (testo proveniente dalla Stele della restaurazione, antica stele votiva egizia in granito rosso che celebra la “restaurazione” del potere di Amon e del suo clero; fu fatta erigere da Tutankhamon).

In origine, il nome di questo faraone era Tutankhaton (immagine vivente di Aton), facendo riferimento al culto di Aton (divinità solare dell’antico Egitto). Quando però salì al governo (regnò dal 1333 a.C. al 1323 a.C.) all’età di nove o dieci anni, il sovrano ripristinò il culto di tutte le divinità egizie, in particolare, quello per Amon (per ottenere il sostegno dei sacerdoti che lo adoravano) e cambiò il suo nome in Tutankhamon.
Chi lo aveva preceduto alla reggenza aveva imposto Aton come unico dio, abolendo le altre divinità; Tutankhamon, invece, ripristinò la religione tradizionale e grazie a tale cambiamento, l’Egitto ritrovò la pace e tornò a essere un Paese fiorente.

Secondo alcuni studiosi, Tutankhamon ebbe ben tre cerimonie di incoronazione, volute dal Consiglio di Reggenza sia per la sua giovane età sia per consentire un graduale ritorno alle antiche usanze politico-religiose, ed evitare al contempo una guerra civile che avrebbe potuto scatenarsi se i cambiamenti fossero stati troppo repentini.
Il Consiglio di Reggenza era formato da: Ay (Padre Divino), Maya (sovrintendente reale e poi della necropoli reale di Tebe, la Valle dei Re) e Horemheb (comandante dell’esercito).
La prima cerimonia si svolse ad Akhetaton, appena il giovane faraone prese il posto del suo predecessore, con il nome di Tutankhaton; una seconda, probabilmente a Menfi e anche in questo caso gli fu confermato il nome già assunto; una terza a Tebe, nel tempio di Karnak, dedicato ad Amon, durante la quale gli sarà assegnato il nuovo nome di Tutankhamon.

Agli inizi del suo regno, Tutankhaton convolò a nozze con Ankhesepaaton (che lei possa vivere per Aton), figlia di Akhenaton, appena adolescente, probabilmente dodicenne o tredicenne.
Nel periodo in cui Tutankhamon sale al trono i confini del Paese si estendono dal Medio Oriente alla Libia e a Sud fino all’Etiopia. Il periodo della sua breve reggenza (dieci anni appena) rientra nel Nuovo Regno (periodo della storia egizia che comprende le dinastie XVIII, XIX e XX), durante questa fase l’Egitto vive un momento di pace e ricchezza.
Sono pochi i fatti noti della vita di questo famoso faraone, tuttora, la sua esistenza resta avvolta dal mistero.

Il regno di Tutankhamon è durato solo dieci anni e in questo breve lasso di tempo, il faraone non ha potuto realizzare grandi progetti edilizi, restano, comunque, alcuni monumenti a testimonianza del suo governo: nei tempi di Karnak e Luxor, una statua che raffigura il re in posa offerente, in granito nero e un’altra con le sembianze di Amon.
A lui si deve anche il viale (dromos), fiancheggiato da sfingi criocefale (con corpo di leone e testa d’ariete; quest’ultimo, raffigurazione di Amon), che collega il recinto templare di Amon con quello di Mut, la sua sposa divina.
Sulla riva est del fiume Nilo, presso il colonnato del Tempio di Luxor, esiste un altro monumento che rappresenta Tutankhamon e la sua sposa seduti; Ramses II usurpò questo monumento: fece sostituire i cartigli originali con il suo e quello della sua consorte, la regina Nefertari.

Non è tuttora ben chiara la genealogia del faraone bambino, alcuni propendono per l’ipotesi che fosse figlio di Amenhotep III e della regina Tye; altri pensano discendesse da Akhenaton e Nefertiti o Akhenaton e la regina Kiya oppure ancora Akhenaton e sua figlia Maketaton.
Nel 2010, però, grazie a un particolare progetto: il King Tutankhamun Family Project si ottennero sorprendenti risultati sia riguardo alla genealogia del re sia sulle possibili cause della sua morte.
Il progetto si concentrò sullo studio di undici mummie alle quali furono prelevati dei campioni ossei per un esame del DNA e furono sottoposte a TAC.
I risultati stabilirono che Yuya e Thuya erano i bisnonni di Tutankhamon, Amenhotep III e Tiy i suoi nonni, Akhenaton e KV35YL (Young Lady) i suoi genitori, entrambi figli di Amenhotep III e Tiy.
Inoltre, nella tomba KV62 furono ritrovati due feti, probabilmente, le due figlie di Tutankhamon e di Ankhesenamon.

Sempre grazie all’esame del DNA, si notò che quattro delle mummie oggetto dello studio erano state colpite da Plasmodium falciparum (specie più pericolosa del protozoo unicellulare del genere Plasmodium che causa la malaria tropica, la malattia infettiva più grave). Non si è potuto appurare l’epoca dell’infezione e se questa avesse causato la morte dei soggetti malati, in ogni caso, Tutankhamon e Yuya soffrivano di infezioni multiple da più ceppi del parassita.

Il sarcofago di Tutankhamon è giunto integro, purtroppo non è accaduto lo stesso per la sua mummia giunta ai nostri giorni in pessime condizioni. Il motivo è una lenta azione di autocombustione dei tessuti cutanei, dovuta agli oli spalmati dagli imbalsamatori in grande quantità sul corpo del faraone, prima che fosse avvolto nelle bende.

Attraverso altri particolari esami, si è fatta luce, almeno in parte, anche su alcune patologie di cui soffrì il faraone ancora in vita e si sono fatte ipotesi più concrete sulle possibili cause che potrebbero aver provocato la sua morte.
Alcune utili verifiche non furono possibili per lo stato della mummia di Tutankhamon: completamente mancante del torace e di buona parte delle ossa del bacino.
Il corpo del faraone fu sottoposto, tra gli altri esami, anche a delle radiografie, per valutare possibili malformazioni o danni da trauma del capo e del tronco.
Fu riscontrata una frattura non del tutto rinsaldata alla gamba sinistra; un esame dei piedi rivelò che il destro era affetto da una deformità: equinismo, inoltre, fu riscontrata una necrosi di alcuni tessuti mancanti. Il piede sinistro aveva il secondo e il terzo dito in abduzione e sempre il secondo dito era più corto (mancava la falange media). I risultati confermarono la presenza della malattia di Köhler (rara malattia infantile delle ossa del piede) che era ancora in corso quando Tutankhamon morì.

Le patologie riscontrate sulla sua mummia fanno concludere che il faraone avesse problemi di deambulazione che veniva parzialmente risolta con l’uso di un bastone da passeggio (nella sua tomba ne ritrovarono circa centotrenta, con chiari segni di usura).
Le deformità fisiche di Tutankhamon sono confermate da diverse raffigurazioni del sovrano in posizione seduta, anche durante lo svolgimento di attività che normalmente si praticavano in piedi, come la caccia.

Per quanto riguarda la sua morte, ci fu chi ipotizzò fosse dovuta a un evento traumatico, in quanto, la mummia non era completa: erano evidenti lesioni sul lato sinistro e mancava il cuore.
L’assenza del cuore era un’anomalia, perché gli Egizi non lo asportavano mai, in quanto era ritenuto sede dell’anima; la giustificazione di tale irregolarità fu che poteva essere danneggiato, per cui era stato rimosso.
La mummia mostra anche lesioni al braccio sinistro, l’assenza della parte sinistra del bacino e una frattura esposta nella gamba.

Il quadro clinico del faraone è risultato piuttosto critico e tutte le patologie e i disturbi di cui soffriva presi insieme potrebbero aver causato infiammazioni cumulative e immuno-soppressive e in un soggetto così debilitato, non è escluso che l’aver contratto anche un’infezione malarica possa averlo condotto alla morte, ma anche questa è solo un’ipotesi.

La supposizione più accreditata è quella di un evento traumatico, subìto dal lato sinistro del suo corpo. La testa e le ossa delle spalle di Tutankhamon sono integre e si suppone che il decesso sia stato provocato da una lesione da schiacciamento, quindi, o il sovrano è stato vittima di un incidente o è morto durante un combattimento, ad esempio, potrebbe essere stato travolto da una ruota di carro da guerra.

Nonostante la breve esistenza, Tutankhamon è passato alla storia.
Chi non ha presente la maschera funebre che copriva il suo volto o non conosce l’avvincente ritrovamento della sua tomba?

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