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Curiosità Tanatologica(mente)

Il Teatro Anatomico di Padova

Il più antico teatro anatomico del mondo si trova proprio a Padova, città ricca di arte e storia nel cuore del Veneto.

Il più antico teatro anatomico del mondo!

Da buona patavina, non potevo non menzionare o descrivere uno dei luoghi più suggestivi, antichi e pregni di storia quale il Teatro Anatomico della mia città, Padova.

Progettato per gli studi anatomici in concomitanza con l’anatomia moderna, la struttura venne realizzata nel 1594 ed inaugurata nel 1595, per volere di Giacomo Fabrici D’Acquapendente, ed ancora oggi conservata perfettamente.

Fabrici D’Acquapendente, professore e chirurgo della città veneta, fu un forte sostenitore del’evoluzione inerente agli studi anatomici, anche attraverso le prime illustrazioni disegnate a mano e a colori.

All’ingresso del teatro, il visitatore viene accolto dall’iscrizione latina “Mors ubi gaudet succurrere vitae” (“Dove la Morte è lieta di soccorrere la vita“).

E’ difatti il primissimo esemplare di teatro anatomico che si allontana dai prototipi mobili (smontabili all’occorrenza) finalizzato all’insegnamento medico scientifico attraverso la dissezione cadaverica.

I cadaveri utilizzati per le lezioni di anatomia, erano prettamente appartenenti ai condannati a morte, e recuperati proprio dagli assistenti del professore che gestiva l’operazione.

Il teatro vero e proprio presenta una forma a cono rovesciato, seguendo i canoni rinascimentali, secondo sei scaglioni in legno di noce intagliato da dove gli studenti potevano osservare la dissezione a 360°. Al centro, il piano settorio sul quale veniva attutata l’autopsia.

Le lezioni di anatomia erano generalmente tenute dal docente e da due assistenti (i “massari“) e, per ricreare un’atmosfera meno lugubre, erano addirittura previste performance musicali dal vivo.

Gli studenti universitari potevano seguire gratuitamente le lezioni: per volere del doge Marino Grimani infatti, gli studenti potevano godere della gratuità delle lezioni anatomiche, mentre per gli altri visitatori era prevista una quota da pagare.

L’illuminazione, sino all’800, era assicurata da un paio di candelieri posti proprio alle estremità del tavolo operatorio, e con il Professor Cortese (1845) venne aperto un lucernaio per far sì che entrasse la luce naturale entro la struttura.

In realtà, le finestre che garantivano la luce naturale vennero di seguito chiuse.

Alle lezioni, oltre al docente e agli studenti, presenziavano anche i rettori della città, nobili, i membri del Collegio medico di Padova, ovviamente in una posizione privilegiata (allo stesso piano del tavolo operatorio) rispetto agli altri astanti.

Il 1872 fu l’anno di chiusura della struttura anatomica, vista la riduzione delle attività legate alla disciplina seppur nel 1874 venne a realizzarsi l’ultima lezione ufficiale entro il teatro per conto del Professor Giampaolo Vlacovich, anatomista e medico.

La facoltà di medicina venne infatti trasferita nell’ex convento di San Mattia, sempre a Padova, ma ad oggi rimane conservata in modo esemplare, nonché visitabile.

Seppur datato, consiglio questo testo per eventuali approfondimenti a chi volesse conoscere con maggiori dettagli la storia di questa struttura: Camillo Semenzato, L’Università di Padova: il Palazzo del Bo. Arte e storia, Padova, Edizioni Lint, 1979.

Credits: ilbolive.unipd.it

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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