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Tanatologica(mente)

La seduta di Shiva

La visione del lutto nel giudaismo: usanze e ritualità funebri.

Una riflessione di tutto rispetto merita la tradizione ebraica in merito alla celebrazione del proprio defunto, legata a usanze antiche e pregne di significati simbolici.

Appena ricevuta la drammatica notizia di una perdita, il dolente è solito recitare una sorta di benedizione: “Benedetto sei Tu, Signore, nostro Dio, Re dell’Universo, il Giudice della Verità“, altresì non è raro trovare ancora la pratica di strapparsi i vestiti appena appresa la notizia di morte.

Nella fattispecie, quando parliamo de “La seduta di Shiva”, facciamo riferimento ad una pratica attuata quando avviene un lutto, per un periodo pari a sette giorni.

Shiva infatti, nella tradizione, etimologicamente corrisponde al numero 7, riprendendo proprio il passo della Genesi (Gen 50: 1-14) dove Giuseppe piange per la morte del padre per sette lunghi giorni.

In questa settimana, la famiglia del defunto è solita ritrovarsi per ricevere chiunque voglia fare loro visita: è un momento di raccoglimento e di preghiera, di ricordo e di socializzazione dove si condividono pasti rituali.

I dolenti coinvolti sono per lo più quelli più stretti, ovvero di primo grado: durante la sitting Shiva si osserva un periodo distaccato dalla vita quotidiana,, il che significa che non ci si reca a lavoro, non si cucina nè guarda la tv, non si eseguono commissioni di alcun tipo.

La concentrazione è cioè tutta sulla perdita ed il cordoglio, differentemente da una visione di misconoscimento, i cui obiettivi sono il rispetto del Defunto e la pace per i Dolenti.

Credits: AFC Torino servizi

Gli specchi vengono coperti in ogni stanza della casa, che è solitamente proprio quella del Defunto, non ci si rade la barba nè ci si fa la doccia per sette giorni.

I dolenti utilizzano dei vestiti (che solitamente non ci si cambia durante i sette giorni) secondo la pratica del “keriah” oppure un nastro di colore nero.

Coloro che vogliano rendere omaggio ai dolenti, lo dovranno fare nel totale rispetto del loro lutto: presentandosi vestiti bene, preparando i pasti per la famiglia che ha subito la perdita, secondo peraltro determinati orari di visita.

Esistono parole e frasi di circostanza che vanno pronunciate quando si entra in una casa in cui è appena avvenuto il lutto: “Possa il cielo confortarti” o “Possa Dio confortarti tra gli altri in lutto di Sion e Gerusalemme”.

Un’altra particolarità, a cui tendenzialmente si è abituato ma in questa precisa tradizione non è prevista, è la presenza di fiori: assolutamente vietato infatti portarne ai dolenti, poichè destinati alla decadenza e dunque di cattivo gusto.

Semmai è lecito portare un libro sul lutto o sulla tradizione ebraica, o una pianta.

La preparazione della salma

Credits: https://www.monumentale-israelitico.it

Quando avviene un decesso ci si prende cura del defunto a partire dalla chiusura delle palpebre, ponendone il corpo steso sul pavimento coperto poi da un lenzuolo, seguendo una serie di preghiere per benedirlo.

La salma, fino alla sepoltura, non viene mai lasciata sola e vi è invero una costante veglia consistente in primis nel lavaggio del corpo – la purificazione di esso dopo che l’anima ne è uscita -; dopo l’asciugatura lo si avvolge con un vestito di cotone di colore bianco: ogni altra tipologia di vestizione è vietata, così come trattamenti di tanatocosmesi o tanatoprassi.

La salma non viene poi mostrata dopo essere stata riposta nel feretro, così da evitare ogni qualsivoglia forma di venerazione.

La pratica più comunemente diffusa risulta essere quella dell’inumazione, la sepoltura a terra, seguendo un rituale il più breve possibile: la cerimonia non avviene entro la Sinagoga bensì direttamente al cimitero, a cui tutti possono assistere nel momento della sepoltura, a cui si partecipa ponendo della terra sul feretro.

Ogni momento della celebrazione è cullato da letture e canti.

La seduta di Shiva inizia ufficialmente appena terminata la sepoltura, avviando la settimana del cordoglio dove, come poc’anzi citato, ogni attività della vita quotidiana viene cessata riponendo ogni sforzo e concentrazione sul lutto.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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