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Curiosità Tanatologica(mente)

Kusozu: visione giapponese della salma

La morte è da sempre protagonista indiscussa del mondo dell’arte, dalla poesia alla prosa, dalla cinematografia all’arte vera e propria con le sue mille rappresentazioni tra teschi e scheletri. Il Giappone è stato capace, sin dagli albori, di raffigurarla poeticamente e delicatamente attraverso la propria tradizione in cui, con dovizia di particolari, gli antichi disegni hanno mostrato i processi di tanatomorfosi del corpo umano.

La tradizione legata allo studio e rappresentazione anatomica del corpo umano nei processi di decomposizione prende il particolare nome di Kusozu: forma d’arte che fa riferimento alla tecnica degli acquerelli attraverso il quale la morte e il decadimento delle membra vengono rappresentate dall’inizio della decomposizione sino allo stadio finale dell’emersione del nudo scheletro.

Principalmente è il corpo femminile ad essere considerato, numerosissime sono infatti le tavole che ne rappresentano la forma con particolare attenzione anche alle diverse colorazioni e rigonfiamenti che un corpo vede realizzare su di sè dopo il decesso.

Kusozu è strettamente legato ad una forma particolare di poesia, ovvero Kusokanshi, che aiuta a meditare sull’effimeratezza dell’esistenza di ogni creatura vivente e dunque sulla vera e propria decomposizione del corpo post mortem.

Kuso è traducibile in “nove stadi e Kan “contemplazione”, ergo contemplazione di una salma attraverso i 9 stadi”, che a breve affronteremo.

Questa peculiare forma d’arte nasce tra la fine dell’VIII e rimane popolare sino al XIX secolo, presentandosi in diverse forme, tra cui stampe su libri dedicati, quale il “Discorso della Grande saggezza” (del 405) e rotoli.

Credits: L’indiscreto

Ci si potrebbe chiedere quale fosse il preciso scopo nel voler rappresentare il corpo umano in un momento tanto delicato quanto terribile quale quello della morte: il rapporto tra Eros e Thanatos qui gioca un ruolo fondamentale, poichè attraverso l’osservazione e la meditazione sulla morte l’uomo sarebbe capace di andare oltre i desideri terreni legato alla carnalità, indiscussi ostacoli all’illuminazione ed elevazione spirituale.

Kusozu questo fa: attraverso la contemplazione di un corpo post mortem aiuta a riflettere sulla vita quale passaggio temporaneo, ergo anche le sofferenze – soprattutto quelle legate all’amore – prima o dopo sono destinate a svanire.

Non a caso infatti, all’apice di un desiderio sessuale, era consigliato ad un individuo di recarsi al camposanto e meditare proprio su un cadavere in decomposizione: sino alla conclusione del XIV secolo infatti, in Giappone la sepoltura dei corpi non seguiva prassi igienico-sanitarie precise, dunque i corpi spesso non erano nemmeno sepolti (vedasi anche il caso dello Sky Burial, ovvero la sepoltura del cielo, a cui dedicammo un articolo https://blog.necrologi-italia.it/la-sepoltura-celeste/).

Il poc’anzi citato Discorso della grande saggezza, testo esemplare per la Cina in materia di Morte e suoi studi, proponeva un rocesso di nove stadi sul decadimento del corpo, in linea con la visione giapponese che però risulta più approfondita.

Vi sono cioè le seguenti fasi:

  1. Choso, la distensione;
  2. Kaiso, la rottura,
  3. Ketsuzuso, l’essudazione del sangue,
  4. Noranso, la putrefazione vera e propria,
  5. Seioso, scolorimento ed essicazione,
  6. Lanso, l’arrivo della fauna a smembrare i resti,
  7. Sanso, smembramento,
  8. Kosso, stadio di emersione delle ossa,
  9. Shoso, polverizazzione.
Credits: L’indiscreto

Tra le protagoniste indiscusse di quest’Arte, troviamo proprio le figure femminili, in particolar modo sembra essere favorito il prototipo della cortigiana che segue le fasi poco prima presentate (Decesso, fase immediatamente successiva, scolorimento del derma, fuoriuscita ematica, fuoriuscita di liquidi e marmorizzazione, emersione della cavità addominale/organi interni, attacco da parte di animali selvatici nella fase di decomposizione più avanzata, scheletrizzazione e infine polverizzazione dovuta agli agenti atmosferici esterni).

Credits: Commons Wikipedia

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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