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Curiosità miti e leggende

Giovanna la pazza e il singolare funerale del suo consorte, Filippo il Bello

Giovanna di Castiglia, durante la sua vita si guadagnò il soprannome di Giovanna la Pazza. Ad alimentare le voci sulla sua follia fu anche l’inconsueto corteo funebre del marito Filippo il Bello.

Giovanna di Castiglia, durante la sua vita si guadagnò il soprannome di Giovanna la Pazza. Ad alimentare le voci sulla sua follia fu anche l’inconsueto corteo funebre del marito Filippo il Bello.

Giovanna di Trastamara, o Giovanna di Aragona e Castiglia (1479-1555) fu duchessa consorte di Borgogna e regina di Castiglia e di Aragona. Nacque il 6 novembre a Toledo; era la figlia terzogenita del re di Sicilia e re della corona d’Aragona, Ferdinando II, e della regina di Castiglia e León, Isabella I la Cattolica.

La vita di Giovanna di Castiglia non fu facile; la sua indole ribelle, sin dalla giovane età, fu causa di parecchi scontri con sua madre. La futura regina aveva idee non convenzionali su molte cose, tra queste, la religione, purtroppo, questo suo atteggiamento si scontrava con una fase storica in cui qualsiasi intemperanza, specie nella Spagna cattolicissima, non era granché tollerata.

Inoltre, Giovanna mostrò di essere una donna moderna e anticonvenzionale anche per quanto riguardava il contratto matrimoniale. Andò in sposa a Filippo il Bello (Filippo d’Asburgo, figlio di Massimiliano I, Imperatore del Sacro Romano Impero) nel 1496, all’epoca, Giovanna di Castiglia aveva sedici anni. Le nozze si celebrarono a Lier in veste ufficiale.

Filippo era rimasto affascinato dalla bellezza e dalla forza della sua promessa sposa e Giovanna, dal canto suo, era follemente innamorata del marito. Per i primi anni i due sposi si amarono reciprocamente e dalla loro unione nacquero sei figli. Ma Filippo, oltre a sua moglie, amava anche la vita mondana e le donne, e si accordava lunghe assenze, mentre Giovanna era accecata dalla gelosia.

Le liti e le scenate furibonde e i temporanei allontanamenti di Giovanna nei confronti del marito per punirlo dei suoi tradimenti non era un atteggiamento consueto per una consorte della sua levatura. All’epoca, le donne del suo rango si sposavano solo per dare vita ad alleanze politiche vantaggiose e quello che si chiedeva loro era di fare figli e stare al proprio posto.

La gelosia di Giovanna di Castiglia, oltre a non essere compresa e accettata, fu usata per insinuare i primi dubbi sulla sanità mentale della donna. La pazzia fu usata come astuta tattica politica dagli uomini che aveva attorno per sottrarle il potere, in particolare, il padre Ferdinando e il figlio Carlo V.

Alla morte di Filippo, il 25 settembre 1506, inizia la tragedia di Giovanna di Castiglia.
Filippo il Bello morì dopo una breve malattia nella città di Burgos, in Castiglia. La morte fu secondo le fonti ufficiali dovuta a una febbre tifoide, ma l’opinione pubblica e la stessa Giovanna sospettarono si fosse trattato di avvelenamento. Inoltre, circolavano forti insinuazioni che fosse stato proprio il suocero, Ferdinando II, a procurare la morte di Filippo, perché detestava le sue origini asburgiche straniere e perché non aveva mai voluto condividere con lui il potere.

Morto Filippo, Ferdinando II si mise all’opera per accaparrarsi il potere della figlia. Informò tutte le corti della follia di Giovanna, dovuta alla perdita dell’adorato consorte. Inoltre, voci diffamatorie, oculatamente enfatizzate, iniziarono a circolare e diedero vita alla leggenda dei bizzarri comportamenti di Giovanna di Castiglia verso il feretro del marito. Tali affermazioni provengono però, esclusivamente da ambienti di corte, ovviamente, poco attendibili.

L’episodio singolare che alimentò le voci della follia di Giovanna di Castiglia è legato al corteo funebre di Filippo, che fu davvero infinito: durò circa un intero anno e attraversò la Castiglia per arrivare fino alla Cappella reale di Granada, dove la salma fu seppellita.

La processione funebre attraversò villaggi e città, in testa al corteo c’era Giovanna di Castiglia addolorata e visibilmente provata: la donna era incinta del sesto ed ultimo figlio.
Gli spostamenti avvenivano solo di notte e tutte le fermate erano effettuate dove le donne non potevano accostarsi alla bara del principe, che era chiusa con dei lucchetti, le chiavi erano appese al collo di Giovanna.
Le donne non potevano avvicinarsi alla bara non per la gelosia ossessiva della vedova, ma per rispettare una regola dei frati Certosini che vietavano durante la processione i contatti femminili.

Dalla morte del marito fino al 1520 Giovanna di Castiglia fu confinata, per ordine del padre, nel monastero-castello di Tordesillas e quando lui morì, fu il figlio a mantenerla in tale condizione.
Ci sono molte testimonianze che la dichiarano sana di mente, ma il dibattito, tuttora, resta aperto, a causa di una documentazione frammentaria, ma alla fine, forse, Giovanna, divento davvero folle, dopo ben 46 anni di prigionia durissima, quasi ininterrotta.

In copertina: “Giovanna la Pazza accompagna il feretro del marito Filippo” di Francisco Pradilla Ortiz, 1877

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