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Tanatologica(mente)

La morte secondo Geova

L’uomo è, secondo i Testimoni di Geova, una creatura di sola materia priva di anima e vita eterna, invero nessuna vita dopo la morte sia come premio che come castigo.

E’ interessante esplorare e cercare di comprendere i differenti modi attraverso il quale le diverse religioni propongono un’idea di Morte, vita eterna e post mortem.

In questo articolo cerchiamo di delineare il punto di vista dei Testimoni di Geova, un movimento religioso teocratico, cristiano, millenarista e restaurazionista, nato nel 1870 in Pennsylvania, secondo i dettami di Charles Taze Russel.

Nel 2021, si contava un numero pari a 8.686.980 seguaci in tutto il mondo.

Stando al punto di vista di tale movimento, essi negano la presenza di un’anima immortale e spirituale dell’essere umano, costituito cioè solamente di materia che, post mortem, è destinata a cessare totalmente nella sua integrità, per come conosciamo cioè l’uomo nella sua fisicità.

In tal modo, va da sè che non viene – al fedele – promessa qualche sorta di Purgatorio, Inferno o il premio del Paradiso per come un cristiano cattolico lo intende, andando contro dunque ai dettami imposti dalla visione della Bibbia, con cui concorda solo in parte.

Se nell’Antico Testamento infatti, dopo la morte non viene negata la vita eterna e quindi si ritiene possibile l’immortalità dello spirito, secondo i Testimoni di Geova ciò non accadrebbe.

Ma cosa avviene durante un funerale da essi gestito? Quali ritualità?

I funerali risultano essere sobri, un momento di reale e profondo raccoglimento, senza presenza di veglie funebri o cerimonie elaborate, non vi è alcun anniversario dalla data del decesso nè tanto meno vi si comunica.

Per lo più tenuti nelle Sale del Regno, con una durata che va dai 15 ai 30 minuti.

Dopo la morte, il corpo è un corpo, ha concluso il suo passaggio sulla terra portando via con sè la persona nella sua interezza.

Non mancano canti sacri basati sulle scritture, preghiere, discorsi che richiamino alle peculiarità del defunto per lo più eseguiti da un anziano del gruppo di appartenenza.

Il nero risulta essere il colore per il dress code, giacca e cravatta per l’uomo, e dopo la cerimonia i familiari sono astenuti dal lavoro, secondo i giorni di lutto.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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