Il “Teschio con sigaretta accesa” di van Gogh è un dipinto tra i più famosi del periodo trascorso ad Anversa dall’artista. L’opera è un originale “memento mori” che colpisce per l’atmosfera cupa e le tonalità lugubri e spente.
Il dipinto “Teschio con sigaretta accesa” di Vincent van Gogh (1853-1890) è, tra le opere del periodo di Anversa, la più conosciuta del pittore olandese.
Fu realizzato nella prima fase della sua attività pittorica, quando appunto frequentava l’Accademia di belle Arti, nell’inverno tra il 1885 e il 1886. Nello stesso periodo, l’artista dipinse altre tre opere che avevano come protagonisti proprio dei teschi.
Il modello di quest’opera fu, molto probabilmente uno scheletro dell’aula di anatomia che era usato per le esercitazioni accademiche.
Van Gogh sembra aver concepito questo dipinto come una sorta di ironico “memento mori”, forse facendo riferimento alle fragili condizioni di salute (accusava dolori allo stomaco e aveva i denti guasti) di quel particolare periodo della sua vita. Il dipinto rifletteva le preoccupazioni del pittore per la sua salute, anche se, non smise mai di fumare.
C’è anche chi sostiene che quest’opera sia una dichiarazione di sfida dell’artista contro la sua salute precaria.
Di modelli umani, da cui trarre ispirazione durante i suoi studi all’Accademia, van Gogh aveva un’ampia scelta, in quanto riprodurre l’anatomia umana era una disciplina considerata fondamentale per la formazione di un’artista.
Van Gogh però, riteneva gli insegnamenti dell’Accademia noiosi e inutili a causa delle loro tendenze conservatrici.
Per quanto riguarda lo stile, con il “Teschio con sigaretta accesa”, van Gogh prende le distanze dai metodi dell’accademia; si ispira invece a opere di tenore macabro come il suo dipinto, prodotte dal pittore simbolista belga, Felicien Rops (1833-1898).
Van Gogh possedeva una copia di “Uilenspiegel” (Giornale di follie artistiche e letterarie) di Rops e una sua opera “Il treno dei mariti: la morte del peccatore”, che testimoniano come il teschio, raffigurato dal pittore olandese, rimandi allo stile del pittore belga suo contemporaneo.
Inoltre, sembra che van Gogh si sia ispirato anche a un altro artista del Seicento, suo connazionale, il pittore e incisore, Hercules Segers (1590 ca. – 1640 ca.) che, come lui, rappresentò un teschio in una sua opera.
Non c’è certezza piena che van Gogh conoscesse le opere di Segers, ma sappiamo che l’artista olandese aveva una profonda dimestichezza con la produzione artistica dei pittori olandesi vissuti tra il XVII e il XIX secolo.
Inizialmente, “Teschio con sigaretta accesa” fu conservato da Theo Van Gogh, fratello di Vincent, dopo la morte dell’autore.
Nel 1962, il dipinto fu acquisito dalla Van Gogh Foundation. Dal 1973 è possibile ammirare l’opera dell’artista olandese al “Van Gogh Museum” di Amsterdam, dove è tutt’ora conservata.
Questo dipinto produce un istantaneo effetto sullo spettatore. In particolare, a colpire è la qualità tonale dei colori, cupi e spenti. L’atmosfera del quadro è inquietante e il soggetto, chiaramente rinvia alla morte e al tema della fine e della decomposizione, che riecheggiano nel lento consumarsi della sigaretta tra la chiostra di denti del teschio.
In copertina: particolare del dipinto a olio di van Gogh “Scheletro con sigaretta accesa” (Kop van een skelet met brandende sigaret), conservato presso il Van Gogh Museum di Amsterdam