Caravaggio è stato un grande artista che ha rivoluzionato alcune caratteristiche della pittura. Ebbe una vita irrequieta, proprio come il suo animo, e affrontò molte vicissitudini nella sua breve esistenza.
Alcuni sui dipinti, che oggi sono ritenuti dei capolavori, furono giudicati scandalosi dai suoi committenti, uno di questi è la “Morte della Vergine”.
Michelangelo Merisi, più noto come Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610), è stato un famoso pittore italiano. La sua formazione avvenne a Milano, ma l’artista fu attivo in molte città diverse: Roma, Napoli, Malta e, tra il 1593 e il 1610, in Sicilia.
Quando era ancora in vita, Caravaggio godeva già di una fama internazionale, subito dopo la sua morte, nacque la corrente del caravaggismo e la sua pittura continuò a influenzare la pittura barocca del XVII secolo. Per un periodo, la sua lezione fu accantonata, finché non si verificò una riscoperta della sua arte, nel XX secolo. Attualmente, è ritenuto uno dei più noti rappresentanti dell’arte occidentale di tutti i tempi.
Nelle sue opere si rileva una straordinaria capacità di studio della condizione umana sia fisica sia emotiva. Caravaggio si atteneva al modello dal vivo e aveva sviluppato un uso scenografico della luce. Entrambe queste caratteristiche furono ritenute rivoluzionarie, in netto contrasto con la lezione accademica di Raffaello (1483-1520).
In diverse opere, Caravaggio trattò il tema della morte e anche in questo frangente, pur trattando personaggi biblici, i protagonisti delle sue scene sono realistici e per questo, escono dalla tradizione che educava a riprodurre figure standardizzate, nell’aspetto e nelle pose, seguendo direttive precise, dettate dalla chiesa, in materia di rappresentazioni sacre.
Rompendo gli schemi imposti per secoli, Caravaggio realizzò dei dipinti di grande drammaticità, ricordiamo: la “Morte della Vergine”, la “Decollazione del Battista” e il “David con la testa di Golia”.
La “Morte della Vergine” fu realizzato tra il 1604 e il 1606, dietro commissione, nel 1601, del giurista, Laerzio Cherubini.
Il dipinto era destinato alla cappella personale del giurista in Santa Maria della Scala, la chiesa più importante dell’ordine dei Carmelitani Scalzi a Roma.
Caravaggio si mise all’opera con un certo ritardo, intorno al 1604, ma non abbiamo alcun documento che attesti il momento in cui l’artista terminò il quadro e neppure quando consegnò il dipinto al suo committente.
Il quadro, però, fu rifiutato: la Madonna non rispettava le figurazioni classiche e non mostrava alcun attributo sacro. Aveva il viso terreo, un braccio abbandonato e il ventre gonfio. Riguardo al ventre gonfio della Vergine nacque la leggenda che Caravaggio avesse scelto, quale modello per la figura della madre del Cristo, una prostituta, morta annegata nel Tevere.
Forse, qualche barlume di verità poteva esserci: il committente Laerzio Cherurbini aveva rapporti con l’Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orazione e morte che si occupava della sepoltura dei morti lasciati insepolti; Caravaggio poteva essere informato di tali pratiche, quindi, potrebbe benissimo aver visto cadaveri di donne all’obitorio, da poter raffigurare dal vero.
Altri ancora sostengono una tesi diversa, che si riallaccia a una pratica consueta degli artisti dell’epoca di Caravaggio, quella di ritrarre cortigiane, anche per la figura della Madonna, e per quanto riguarda la “Morte della Vergine”, forse, più che morta annegata, e dunque gonfia, la donna poteva essere semplicemente incinta.
Il dipinto poi, fu oggetto di ulteriore contrarietà e scandalo, per il fatto che l’artista aveva ritratto la Madonna con i piedi nudi fino alla caviglia.
Per quanto riguarda la scena generale del dipinto, si tratta di un ambiente umile, al centro del quale si trova il corpo morto della Vergine.
In primo piano, c’è la Maddalena che piange con la testa fra le mani, seduta su una sedia; intorno ci sono gli Apostoli anch’essi affranti.
Nella rappresentazione prevalgono le tonalità scure, risaltano unicamente il rosso della veste della morta e il drappo, in alto, che fa da cornice a una scena, nel complesso, povera.
Il dipinto di Caravaggio fu rifiutato dai Carmelitani Scalzi e poco tempo dopo, l’artista uccise, durante una rissa, Ranuccio Tommasoni, e sarà costretto a lasciare Roma.
Nella chiesa trasteverina, l’opera di Caravaggio fu sostituita dalla tela di analogo tema di Carlo Saraceni, che rientrava perfettamente nei canoni della chiesa.
La “Morte della Vergine” fu acquistata dal Duca di Mantova, ma a causa di dissesti finanziari, fu successivamente venduto al re d’Inghilterra, Carlo I. Alla morte del re, gran parte della sua collezione fu venduta, tra cui il dipinto di Caravaggio, che fu acquistato dal banchiere parigino, Everhard Jabach, e poi ceduto al re di Francia, Luigi XIV.
Alla fine, il capolavoro di Merisi fu collocato nel museo del Louvre, dove si può tuttora ammirarlo.
In copertina: particolare del “Ritratto di Caravaggio” di Ottavio Leoni (1621 ca.)