La paura! Quella vecchia amica che si presenta sempre quando meno te lo aspetti, come un vicino invadente che si presenta con un piatto di pasticcini scaduti. È un’emozione universale, ma non c’è dubbio che sia anche l’ostacolo principale alla nostra crescita interiore. La paura è come una sedia scomoda: ci costringe a rimanere fermi e a non muoverci, rendendo ogni tentativo di alzarsi un’esperienza piena di disagio e, spesso, di crampi.
La paura è il tappeto rosso che stendiamo davanti a tutte le scuse che utilizziamo per non fare ciò che desideriamo. Vuoi cambiare lavoro? “Oh, ma ho paura di fallire!” Vuoi dire a quella persona che ti piace e quanto? “E se mi dice di no?” È divertente come la nostra mente riesca a costruire scenari catastrofici in pochi secondi, creando una sorta di film horror interiore che non vedremmo nemmeno se ci pagassero!
Nelson Mandela, un uomo che ha vissuto la paura in prima persona, ci ha dimostrato che, nonostante la nostra propensione a cullarci nel timore, possiamo diventare i consapevoli creatori della nostra realtà. Dopotutto, Mandela ha affrontato la paura, ha lottato contro l’apartheid e ha trasformato la sua vita e il mondo, dimostrando che il coraggio non è l’assenza di paura, ma la capacità di agire contro di essa.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato da Mandela, è che la vita è una serie di scelte. Certo, ci piace pensare di essere gli artefici del nostro destino, ma in realtà, passiamo la maggior parte del tempo a fare scelte sbagliate, come decidere di guardare un altro episodio di quella serie Netflix, invece di andare a letto. Ma eccoci qui, a riflettere sul potere della scelta consapevole.
Ogni volta che ci lasciamo paralizzare dalla paura, facciamo una scelta: quella di rimanere fermi. E la cosa più ironica è che, mentre scegliamo di non scegliere, continuiamo a lamentarci della nostra vita. “Perché non posso trovare l’amore? Perché non ho il lavoro dei miei sogni?” La risposta è semplice: perché hai scelto di rimanere sul divano a mangiare popcorn, invece di uscire a cercare ciò che desideri. È un po’ come aspettare che un autobus arrivi quando non c’è nemmeno una fermata in vista!
Parliamo ora di responsabilità personale. Un concetto così scomodo che a volte sembra di trovarsi su una sedia elettrica. La verità è che siamo noi i veri creatori della nostra vita, e questo significa che dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre scelte. Ogni volta che puntiamo il dito contro qualcun altro o le circostanze esterne, in realtà stiamo solo trovando un modo per tornare al nostro comodo tappeto di paura.
Nelson Mandela non ebbe paura di prendersi la responsabilità della sua vita e delle sue azioni. Capì che per cambiare il mondo, prima doveva cambiare se stesso, a tutti i costi… anche al prezzo di 27 anni di reclusione. Questo è il vero potere della responsabilità: non è solo un peso da portare, ma è anche una chiave per liberarsi dalle catene della paura. La prossima volta che vi trovate a lamentarvi della vostra vita, ricordatevi: chi ha il potere di cambiare le cose siete voi e soltanto voi! Superare la paura è un’avventura epica, un viaggio che richiede coraggio, determinazione e, a volte, un po’ di ironia. È come un film d’azione dove, invece di un eroe muscoloso, il protagonista è… beh, tu stesso! Immaginate di essere i protagonisti della vostra vita, armati di scelte consapevoli e della capacità di affrontare la paura. Magari non avrete un elmo scintillante o un mantello, ma avrete il potere di scrivere la vostra storia. E sì, le cose potrebbero andare storte, ma che importa? In fondo, la vita è come un grande palcoscenico e noi siamo gli attori. Alcuni giorni siamo il comico, altri il drammaturgo, e talvolta anche il tecnico delle luci che deve sistemare il disastro.
In conclusione, superare la paura significa riconoscere che, nonostante le sue sfide, abbiamo il potere di diventare consapevoli creatori della nostra realtà. Proprio come Nelson Mandela ha affrontato la sua paura e ha scelto di diventare un faro di speranza per milioni di persone, anche noi possiamo fare lo stesso nella nostra vita quotidiana.
Quindi, la prossima volta che la paura bussa alla porta, chiedetele di entrare, offritele un caffè e poi mandatela a letteralmente a cagare! Ricordate che la vita è troppo breve per vivere nella paura. Siate i creatori della vostra realtà, e, chi lo sa, magari un giorno anche voi, come Mandela, potreste essere l’eroe della vostra epica storia!
Coscienza collettiva e Unità universale
La coscienza collettiva è quel concetto meraviglioso che ci dice che siamo tutti collegati, che le nostre scelte influenzano l’universo, e che se finalmente smettessimo di litigare sul Wi-Fi lento, forse riusciremmo a far vibrare l’intero pianeta a una frequenza più alta. Ma ammettiamolo, la coscienza collettiva è un po’ come la dieta vegana: la teoria suona benissimo, ma nella pratica ti ritrovi con un’insalata e la voglia di una bistecca.
Dicono che siamo tutti uniti da una grande rete invisibile, che le nostre scelte, per quanto piccole, hanno un impatto sulla collettività. Quindi, quando scegli di mangiare l’ultimo biscotto dalla confezione, non stai solo sabotando la tua dieta, ma potenzialmente stai impedendo all’umanità di raggiungere l’illuminazione globale. Non lo sapevi? Ogni scelta è fondamentale! Per esempio, decidere di non rispondere a quell’email del collega fastidioso potrebbe rallentare l’evoluzione dell’intera specie umana. Eppure, lo facciamo ogni giorno con grande eleganza. La verità è che pensiamo di essere piccoli ingranaggi in una macchina troppo grande per essere cambiata, ma a quanto pare l’universo funziona come una gigantesca versione cosmica di Facebook: un “mi piace” qui, un “condividi” là, ed ecco che magicamente ci stiamo tutti evolvendo verso una coscienza superiore. Almeno, questo è ciò che ci piace credere. Ma attenzione, un post sbagliato e rischi di abbassare la vibrazione universale. Sì, la coscienza collettiva è decisamente un concetto da trattare con cura.
Gente… il risveglio globale è una cosa seria.
Si dice che siamo tutti chiamati a “contribuire” alla crescita dell’intera umanità, anche se, ammettiamolo, la maggior parte di noi fa fatica a contribuire a portare fuori la spazzatura. Ci viene chiesto di essere più consapevoli, più spirituali e soprattutto più gentili. Cose tipo: fai yoga al mattino, medita, mangia biologico, respira profondamente e, mentre sei nel traffico, cerca di non maledire quel simpatico automobilista che ti ha tagliato la strada. Il risveglio globale, infatti, richiede un grande sforzo collettivo: dobbiamo tutti lavorare insieme, come in un’enorme partita di calcetto spirituale, dove ognuno ha il proprio ruolo (anche il portiere, che spesso medita sul senso della vita mentre la palla entra in rete). Ma non disperiamo! Ogni piccolo passo conta: dal raccogliere una cartaccia per strada a sorridere a uno sconosciuto. Anche se, diciamolo, sorridere troppo agli sconosciuti a volte può far pensare che tu abbia appena assunto dosi massicce di caffeina.
Lavorare insieme per un’evoluzione spirituale collettiva è, come dire, un’idea meravigliosa.. finché non ci troviamo faccia a faccia con la realtà. Sai, quella in cui organizzare una semplice riunione condominiale è già una battaglia titanica. Immagina ora cercare di far lavorare insieme sette miliardi di persone! Se non riusciamo a mettere d’accordo cinque persone su quale detergente usare per le scale del palazzo, pensare di far evolvere spiritualmente l’intera umanità potrebbe sembrare una sfida troppo ambiziosa. Ma eccoci qui, ottimisti come non mai!
La buona notizia è che, secondo i saggi, l’unità dell’universo non ha bisogno di riunioni o agende fisse. Si basa piuttosto su vibrazioni positive, amore incondizionato e buone intenzioni. In altre parole, possiamo continuare a praticare yoga nel nostro salotto e inviare “buone vibrazioni” al mondo, cercando di non rovesciare la tazza di tè mentre facciamo la posizione del cane a testa in giù. E, cari amici, questo potrebbe essere sufficiente a far muovere l’universo nella direzione giusta.
In definitiva, la coscienza collettiva è come un’enorme catena di montaggio spirituale. Ognuno ha un piccolo ruolo, anche se quel ruolo è semplicemente cercare di non fare danni mentre cerca di migliorare se stesso. E sì, ogni nostra piccola azione potrebbe influenzare il destino dell’umanità, ma ciò non significa che dobbiamo caricarci di troppa responsabilità. Basta fare piccoli passi: essere un po’ più gentili, un po’ più consapevoli e, soprattutto, ricordare che siamo tutti parte di un grande disegno. Anche se quel disegno a volte sembra un po’ confuso e pieno di sbavature.
Perciò, contribuiamo tutti al risveglio globale, con o senza yoga. Che tu decida di meditare o di sorridere un po’ di più (non troppo, però!), ogni piccolo gesto conta. E chissà, magari un giorno ci sveglieremo tutti illuminati, consapevoli e, finalmente, con una connessione Wi-Fi che non ci faccia arrabbiare.
Tratto dal libro: “Oltre il Velo” di Nino Colonna
Sequel: Oltre il Velo – tra Spiriti e Paradisi Fiscali