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Tanatologica(mente)

Luisa Piccarreta, la “Serva di Dio”

Una tra le tante figure legate al misticismo italiano, tra sofferenze ed espiazione.

Luisa nacque nel 1865 a Corato, un piccolo comune in provincia di Bari.

Il suo nome è sicuramente noto a chi conosce un poco la storia dei mistici italiani: Luisa, appartenente al Terz’Ordine di San Domenico, sin da piccina ebbe un rapporto molto profondo con la fede, tanto che già dalla prima Comunione iniziò la sua esistenza totalmente devota alla Madonna e all’eucarestia.

La sua prima visione avvenne all’età di 13 anni, legata alla Passione di Cristo nell’apice della sofferenza poco prima della crocifissione.

Da quel momento in poi, si scatenarono in lei tutta una serie di sofferenze fisiche e psichiche, in segno di espiazione in segno di tutti i peccati di Gesù: le comparvero le stigmate, afflizioni di demoni invisibili, poi iniziarono le sofferenze fisiche che la obbligarono a vivere letteralmente stesa immobile a letto, come fosse morta.

Questo poichè Luisa non mangiava nè beveva nulla, dal momento che rigettava qualsiasi cosa ingurgitasse.

La particolarità del feretro di Luisa Piccarretta durante la processione funebre

Per oltre settant’anni, dunque, rimase in quella condizione, scrivendo diverse rivelazioni in un tomo di quasi 10 mila pagine.

Morì ad 81 di seguito ad una polmonite acuta, ed i suoi resti, a distanza di quasi 40 anni, vennero poi traslati al Santuario della Madonna Greca, a Corato.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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