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Tanatologica(mente)

Jauhar: autoimmolazione di massa

Approfondimento su una pratica antica legata all’autoimmolazione femminile nel Rajput, in India.

Quando si parla di Jauhar, facciamo riferimento ad una pratica molto in voga nei i periodi bellici in India durante il Medioevo quando, durante le invasioni islamiche, le donne indiane – per non essere catturate e violentate dal nemico e sapendo che il proprio consorte era deceduto – decidevano come ultimo atto di auto sacrificarsi, in massa, gettandosi sul fuoco o meglio, le pire – le “Jauhar”), così che il nemico non potesse dunque renderle schiave, rapirle o peggio ancora attuare degli stupri.

Molto praticato nelle regioni nord-occidentali, il Jauhar fu presente soprattutto durante le invasioni dell’esercito musulmano turco-mongolo.

Questa forma di preservazione della propria identità e dell’onore, talvolta coinvolgeva anche i figli delle donne allorquando ci si rendesse conto che non vi fossero alternative se non la morte.

Uno degli episodi più significativi fu nel 1294, quando ben 24 mila donne decisero di immolarsi di seguito ad un assedio musulmano perdurato per ben 8 anni, anche se i casi si sono susseguiti nel corso del tempo molteplici volte.

Questa forma di suicidio legato all’onore, ed in massa, risulta tra i più consistenti tanto da, talvolta, eliminare intere popolazioni femminili di una città!

Ad oggi, queste donne vengono ancora rimembrate attraverso canti folkloristici, come simbolo di estrema virtù ed onore.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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