La chiesa di Santa Croce è sempre stata considerata luogo privilegiato della memoria, in quanto ha accolto le sepolture di molti personaggi famosi e figure di spicco religiosi e non, esattamente come molte altre chiese, conventi o confraternite che ugualmente ospitano le spoglie di defunti per tramandarne il ricordo.
La basilica di Santa Croce, posta nell’omonima piazza a Firenze, è una delle più grandi chiese francescane e rappresenta una delle massime realizzazioni del gotico in Italia.
La chiesa è un simbolo autorevole di Firenze. Essa fu luogo di incontro di grandi artisti, teologi, letterati e politici, che segnarono profondamente l’identità della città.
Santa Croce ospita diversi celebri personaggi, soprattutto figure di rilievo della storia della Chiesa, come san Bonaventura, sant’Antonio da Padova, san Bernardino da Siena, san Ludovico d’Angiò. Ha accolto anche diversi pontefici: Sisto IV, Eugenio IV, Leone X, Clemente XIV.
Ugo Foscolo (1778-1827), nel suo carme “Dei sepolcri” la proclamò famedio nazionale d’Italia. Nella chiesa, infatti, si trovano i sepolcri dei geni più elevati che l’Italia abbia dato al mondo: le “urne dei forti”, come il poeta le definisce nella sua opera.
Inizialmente, le tombe ospitate a Santa Croce furono di tipo pavimentale e furono riservate: ai frati francescani che avevano un ruolo nell’Ordine; ai grandi condottieri; ai componenti delle famiglie più potenti del quartiere.
Tra questi ricordiamo Biordo degli Ubertini (morto nel 1348), la cui sepoltura è contrassegnata da una lapide che mostra il defunto in armatura, incorniciato da un tabernacolo di ispirazione gotica.
Questa tipologia di sepolture si è protratta per secoli, un esempio, di stampo chiaramente Liberty è la Lastra tombale di Emilia Toscanelli Peruzzi (morta nel 1910).
Nel Trecento, si afferma un nuovo tipo di monumento funebre costituito da un’arca e da altri elementi scultorei. Nella chiesa di Santa Croce ne è un esempio il Monumento Baroncelli di Giovanni di Balduccio (1328-1330 circa).
Durante il Rinascimento si assiste a un ulteriore rinnovamento delle tombe a parete. Un prototipo in tal senso è il Monumento a Leonardo Bruni di Bernardo Rossellino (1446-1450 circa).
Santa Croce fu eletta in un primo tempo come custode delle glorie fiorentine. Nella chiesa, infatti, sono presenti monumenti dedicati a figure di grande rilievo culturale e scientifico locali, come Michelangelo Buonarroti (1475-1564), Galileo Galilei (1564-1642), Niccolò Machiavelli (1469-1527).
Successivamente, la chiesa diventa Pantheon degli italiani, accogliendo: il monumento, ultimato nel 1810 da Antonio Canova, dedicato a Vittorio Alfieri (1749-1803) e successivamente, il cenotafio, realizzato tra il 1819 e il 1829, di Dante Alighieri (1265-1321).
A inizio Ottocento, il giro si allarga ancora: prende piede un’altra tendenza, quella di seppellire in Santa Croce anche personaggi stranieri. Il primo monumento dedicato a un forestiero è quello che ospita il polacco, Michal Bogoria Skotnicki (1815, di Stefano Ricci). A seguire, quello di Julie Clary Bonaparte (1845, di Luigi Pampaloni) e poi, il monumento di gusto neorinascimentale di Luisa Stolberg (1830), compagna di Vittorio Alfieri.
Tra gli artisti ricordati nella chiesa di Santa Croce ci sono anche dei musicisti: il cenotafio di Luigi Cherubini (1760-1842), realizzato nel 1869 da Odoardo Fantacchiotti; il monumento di Virginia De Blasis (1807-1838), giovanissima cantante, morta nel 1838; il monumento funebre di Gioachino Rossini (1792-1868) di Giuseppe Cassioli (1900-1902).
Tra Ottocento e Novecento si sono aggiunti nella chiesa fiorentina altri monumenti commemorativi, tra questi sono davvero pochi quelli dedicati alle donne, una è Florence Nightingale (1820-1910), infermiera britannica, considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna.
Anche nel dopoguerra prosegue l’usanza di celebrare personaggi famosi e meritevoli. Nel 1995, nella navata sinistra di Santa Croce, fu apposto un medaglione in bronzo di Corrado Cagli (del 1968), per commemorare il grande fisico, Enrico Fermi (1901-1954).
Infine, intorno al 1930, negli spazi sotterranei della chiesa, fu collocato il “Sacrario dei Soldati” morti nella Prima guerra mondiale.
In copertina: Piazza Santa Croce nel 1688
Autore sconosciuto – Pietro di Lorenzo Bini (ed.), “Memorie del calcio fiorentino tratte da diverse scritture e dedicate all’altezze serenissime di Ferdinando Principe di Toscana e Violante Beatrice di Baviera”, Firenze, Stamperia di S.A.S. alla Condotta [1688]