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Tanatologica(mente)

Re-memory: chi vuole interagire con i defunti?

Forse non riusciamo a staccarci dall’idea di comunicare con chi ci lascia. Per questo si cercano sempre nuove modalità per interagire con i propri morti.

Come in un assaggio reale di episodi del calibro di Black Mirror, sistemi artificiali fanno si che noi, su questa terra, possiamo in qualche modo interagire con coloro che non ci sono più.

Che non sono più accanto a noi, che non sentiamo respirare o ridere, o con cui non possiamo più avere un confronto davanti ad una tazza di the.

Sembra, potrebbe sembrare fantascienza, ma in Corea del Sud è stato inventato, col patrocinio di Deep Brain Ai, Re;Memory: coloro che fossero interessati a farsi ricordare e poter comunicare con i propri viventi si apprestano ad una seduta di circa 7 ore dove l’intelligenza artificiale si impadronisce dei modi di fare, parlare, guardare e la mimica facciale del soggetto, dopodichè ricrea una versione virtuale di quella persona attraverso un clone.

Insomma, si potrà parlare con quella persona per mezzo di una videochiamata.

Esattamente come se la stessimo facendo con un amico, parente ancora vivo.

E non si tratta solo di parlare ed interagire con il clone, bensì esso ha immagazzinato anche il passato del soggetto e ne crea uno futuro proprio attraverso i dialoghi che esso ha con le altre persone!

In realtà questo prototipo non è accessibile a chiunque: per avere il proprio clone basti pensare che servono circa 12-24mila dollari mentre una singola videochiamata verrebbe e a costare circa 1.200 dollari.

Desta, tale meccanismo, non poche perplessità: si rischierebbe di prolungare il proprio lutto e renderlo quasi eterno, non lasciandoci la possibilità di distaccarci da quella persona in modo sano e secondo il ciclo di vita che ci è stato predestinato.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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