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Tanatologica(mente)

Vanitas

Nata come genere popolare di Arte morta, la Vanitas aveva il fine di mostrare l’impermanenza dell’essere umano, l’inutilità del piacere nonchè l’unica, universale certezza della morte.

Sicuramente vi sarà capitato di imbattervi in una Vanitas, un genere di pittura la cui protagonista è per lo più la natura morta, simbolo per antonomasia della caducità vitale.

Una sorta di memento mori che ci ricorda: non siamo eterni, ricordiamo che dobbiamo morire.

Nato circa nel ‘600 in Olanda, è un genere ricco di simbologia ed elementi inconfondibili tra i quali: teschi, candelabri spenti, gli strumenti musicali non utilizzati il cui silenzio assordante è simbolo di morte;

le bolle di sapone altresì, soffiate da putti o infanti, sono sinonimo della vita quale esperienza transitoria, che come una bolla di sapone può scoppiare e svanire da un momento all’altro.

Credits: Barocco di Schiuma – esempio di Vanitas

La clessidra, gli orologi come simbolo dell’inesorabile scorrere del tempo; rose o tulipani spezzati invece sono simbolo di vita quale esperire destinato all’appassimento eterno.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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