La “Messa da Requiem” di Verdi è la traduzione in musica di un dolore personale. Le parole della liturgia sacra hanno lo scopo di manifestare le emozioni che ci travolgono quando muore una persona cara.
Giuseppe Verdi (1813-1901) compone la sua “Messa da Requiem” per coro, voci soliste e orchestra, nel 1874 e la dedica ad Alessandro Manzoni (1785-1873), scomparso il 22 maggio 1873.
Il musicista era rimasto impressionato dalla morte dello scrittore, ma già, in passato, aveva pensato di realizzare una composizione simile: nel 1869, per celebrare la morte di Gioachino Rossini.
Per questa occasione aveva composto alcune parti, ma il progetto fallì e Verdi usò il “Libera me Domine”, per la Messa del 1874.
Verdi, si era allontanato dal teatro d’opera per diversi anni, dopo aver registrato il successo con Aida. Aveva comunque continuato a comporre musica. Uno dei suoi lavori più importanti, lontano dai palcoscenici, è proprio la Messa da Requiem.
La dedica a Manzoni era legata anche all’impegno che lo scrittore aveva dimostrato a favore dell’unità d’Italia e per la sua vicinanza ai valori di libertà e giustizia tipici del Risorgimento.
L’ammirazione di Verdi per Manzoni fu espressa molto chiaramente dal musicista in una lettera all’editore Ricordi, dove parla della Messa da Requiem e ne traccia a grandi linee alcuni aspetti: “Vorrei mettere in musica una Messa da morto da eseguirsi l’anno venturo per l’anniversario della sua morte. La Messa avrebbe proporzioni piuttosto vaste, ed oltre ad una grande orchestra ed un grande coro, ci vorrebbero anche quattro o cinque cantanti principali”.
La musica di Verdi fu eseguita per la prima volta a Milano, nella chiesa di San Marco, in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni e ottenne un grande successo.
A dirigere il Requiem fu lo stesso Giuseppe Verdi, mentre i solisti furono: Teresa Stolz (soprano); Maria Waldmann (mezzosoprano); Giuseppe Capponi (tenore); Ormondo Maini (basso).
Le successive esecuzioni della composizione verdiana furono allestite al Teatro alla Scala.
Il Requiem di Verdi è un’opera religiosa, ma caratterizzata da un afflato operistico di chiaro stampo verdiano.
Il compositore, quando aveva rivestito di musica le parole liturgiche, deve avere avuto in mente non tanto la chiesa e neppure rare occasioni solenni di commemorazione. Bensì, aveva pensato al suo Requiem come a una sorta di ambasciatore della cultura italiana nel mondo, complementare al lavoro di Manzoni. Infatti, la Messa da Requiem sbarcò anche a Parigi, Londra, Vienna e New York.
Pur essendo suddivisa in parti, la Messa da Requiem di Verdi ha un chiaro filo conduttore nel “Dies Irae” che torna costantemente, lungo tutta la composizione, disseminando a tratti esplosioni sonore, e per questo, il capolavoro musicale verdiano è stato paragonato al Giudizio universale di Michelangelo, con cui condivide una cupa drammaticità e rapidi e violenti lampi di luce.