Gli egizi avevano una dea della verità.
Il suo nome era Maat e simboleggiava anche l’equilibrio, l’armonia, l’ordine, la giustizia, la moralità.
Maat appare per la prima volta nei testi della piramide del faraone Unis (ca. 2375 a.C. – 2345 a.C.); veniva raffigurata in sembianze umane con una piuma di struzzo sul capo ed era considerata la figlia di Ra, il dio sole, e da lei dipendevano il ciclo delle stagioni e la disposizione delle costellazioni.
Mandata nel mondo per allontanare il caos (rappresentato dalla forza negativa di Isfet), Maat aveva anche un ruolo fondamentale nella pesatura delle anime, un particolare rito che avveniva nell’oltretomba egizio (Duat). Nel rito, la piuma di struzzo che la dea aveva in capo era la misura che stabiliva se l’anima del defunto sarebbe passata nell’aldilà.
La pesatura del cuore era di solito rappresentata nel Libro dei morti e nelle pitture sulle pareti delle tombe, la scena era composta da Anubi che controllava la pesatura, dal mostro Ammit che attendeva accovacciato il risultato e dal defunto che pronunciava le 42 confessioni negative (dichiarazione di innocenza da recitare al cospetto di 42 giudici).
Oltre alla piuma, Maat in certe raffigurazioni ha con sé anche un lungo scettro (uas), simbolo di potere, e sorregge il simbolo di vita eterna (ankh).
Su molti sarcofagi Maat è rappresentata come una giovane donna con ali fuse alle braccia che simbolicamente dovevano proteggere, avvolgendola in un ideale abbraccio, l’anima del defunto.
Questa dea aveva un ruolo ben preciso nella società egizia: garantiva l’ordine pubblico, essendo la rappresentante divina del principio etico e morale che gli egizi dovevano seguire durante la loro vita.
Il ruolo di Maat era congeniale alla situazione di rischio di frequenti disordini in cui versava lo Stato egizio appena nato e composto da tanti popoli diversi con interessi in conflitto tra loro. La dea regolava lo status quo: chiunque osava compiere atti contro di lei avrebbe causato a se stesso e allo Stato gravi conseguenze.
I nostri tempi debbono essere davvero incerti e confusi se la giovane donna che abbiamo scelto per rappresentare la giustizia ha bisogno di una benda sugli occhi per fare bene il suo lavoro…
In copertina: Maat con la piuma in capo, dalle pareti della tomba di Seti I nella Valle dei Re. Museo archeologico nazionale di Firenze.