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Archeologia Egizi

Anubi: il protettore del mondo dei defunti

Anubi, dio della mummificazione e dei cimiteri. Il suo ruolo era quello di proteggere le necropoli e il mondo dei defunti e, probabilmente, fu per tutto l’Antico Regno il principale dio dei morti

Chi non conosce Anubi raffigurato in geroglifici, pitture, amuleti o statue?

Ma quanti effettivamente conoscono il ruolo che aveva questa divinità nei rituali funebri egizi?

Anubi, rappresentato il più delle volte come un “mostro spaventevole dalla testa di cane eretta e dalla faccia quando d’oro e quando nera, col caduceo nella sinistra e una verde palma nella destra” (Apuleio, Le Metamorfosi, Libri XI), era il dio della mummificazione e dei cimiteri. Il suo ruolo era quello di proteggere le necropoli e il mondo dei defunti e, probabilmente, fu per tutto l’Antico Regno il principale dio dei morti.

Questa divinità è rappresentata in origine come un canide accucciato, solitamente su un reliquiario o su qualche oggetto appartenente a un corredo funebre. Per molto tempo si è pensato che l’animale raffigurato fosse uno sciacallo, ma studi genetici effettuati su un canide selvatico tipico dell’Egitto, hanno fatto concludere che possa trattarsi di una specie a sé stante, imparentata con il lupo grigio.

In ogni caso, Anubi è un mix tra cane, sciacallo, iena, volpe e lupo: tutti animali che vivevano nel deserto e che si assomigliavano. Alle rappresentazioni sotto forma di animale, verso la fine della II dinastia egizia, si sostituiscono raffigurazioni ibride che combinano uomo e animale.

Questa divinità è anche associata a un rito funebre affascinante e singolare: la psicostasia. Gli egizi credevano che negli inferi (Duat) il cuore dei defunti fosse pesato su una bilancia.

Se il peso del cuore equiparava o era più leggero del peso della piuma, il defunto poteva accedere ai campi Aaru. Se invece il defunto non superava la prova, il suo cuore veniva divorato da Ammit.

La pesatura del cuore è un rito che mi ha colpito moltissimo quando ne sono venuta a conoscenza e mi chiedo: quanti tra noi esseri umani potrebbero passare un esame così severo?

In copertina: Psicostasia. Libro dei morti di Ani, c. 1275 a.C.

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