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Tanatologica(mente)

La Tanatoestetica

La cura di chi non c’è più per onorarne la vita.

Era più che doveroso dedicare un post alla Tanatoestetica, il mio lavoro, la mia vocazione.

Ma..di che cosa si tratta esattamente?

La Tanatoestetica è il prendersi cura di coloro che non ci sono più per presentarli nel modo più decoroso e dignitoso possibile di modo che, nell’ultimo saluto, la famiglia ed i dolenti tutti possano avere una rappresentazione concreta e serena del proprio caro.

In passato era la famiglia, per lo più le donne, ad effettuare i trattamenti di toeletta mortuaria: un ultimo gesto di amore e cura nei confronti del proprio congiunto, quando la morte era ancora una “questione” familiare lontana dai processi di ospedalizzazione e decesso in strutture che non fossero la propria abitazione.

Difatti, la cura del corpo era finalizzata non solo al rispetto del defunto stesso bensì per l’esposizione, spesso in una stanza della propria casa, davanti a tutti i parenti, conoscenti e amici,una visione legata al carattere collettivo della veglia e del cordoglio.

Nella contemporaneità, il proprio dolore legato alla perdita spesso viene celato, non ascoltato nè tantomeno accolto, e quindi l’individuo si trova a dover affrontare da solo il peso del lutto.

Ad oggi, sono gli Operatori specializzati ad accudire la salma attraverso procedimenti mirati e attuati nel pieno rispetto del corpo e del dolente stesso, il quale ha bisogno più che mai di supporto.

Tale trattamento è finalizzato ad offrire ai dolenti un’immagine il più naturale (e veritiera) possibile del Defunto, di modo che possano riconoscerne l’individualità e la persona che era in vita (dunque, non deve assolutamente essere un camuffamento o uno stravolgimento dei tratti somatici, anzi!).

Questo, non solo per motivazioni di carattere igienico-sanitario, bensì per un risvolto rituale: nell’elaborazione del lutto infatti, avere un’immagine serena, curata e dignitosa di chi ci ha lasciato è determinante e, secondo molti studi, può avere risvolti positivi nel lungo termine.

La figura professionale del Tanatoesteta segue prassi ben definite legate alla legittimità dell’intervento che deve attuare: la protezione individuale attraverso dispositivi dedicati e preparazione dell’apposito materiale per una buona cura sono importantissime, ed è dunque essenziale operare nel massimo della sicurezza.

Per rispetto della disciplina, verranno indicate di seguito le fasi senza però renderle pregne di particolari (non tutti potrebbero essere poco impressionabili e, soprattutto, non tutti possono avere piacere di scoprire il “dietro le quinte”).

Quella del lavaggio è una fase molto dedicata, così come quella della disinfezione e dello “scioglimento” muscolare. Ogni singola fase, da gestire con dolcezza e cura, avrà degli effetti notevoli nei risultati finali legati all’estetica e quindi all’esposizione.

La disinfezione, in particolare modo, effettuata dopo il lavaggio è importante per rallentare il verificarsi dei primi processi di tanatomorfosi.

Dopo aver ammorbidito i muscoli, attraverso massaggi specifici e, possibilmente, accompagnati da una crema apposita, ci si concentra sulla vestizione e sulla tanatocosmesi.

La vestizione richiede tecnica, esperienza ed abilità, sempre accompagnate da delicatezza, mai con fretta né con imprecisione.

La tanatocosmesi, il trucco vero e proprio della salma, richiede l’utilizzo di prodotti appositi e di buona qualità, essenziali per un risultato ottimale.

Dopo aver effettuato il massaggio del volto e delle mani, le parti cioè esposte, si può effettuare il trattamento di tanatoestetica: correttori, fondotinta coprenti di modo che si possano mascherare i segni della Morte ed altre imperfezioni, da ultimare poi con cipria opacizzante, seguendo un giusto equilibrio.

Su richiesta dei dolenti, è possibile ovviamente rendere ancora più personale questo gesto di cura: c’è chi chiede che venga utilizzato il “suo” smalto, o il suo rossetto, chi richiede che venga utilizzato anche il profumo che era caro al defunto..senza mai eccedere, ovviamente.

Ed è proprio questo che caratterizza il lavoro di un professionista: l’attenzione ai dettagli, i piccoli accorgimenti che rendono la persona tale, e non solo un “servizio” interscambiabile.

In realtà infatti, questo lavoro non è assolutamente solo mera tecnica.

Prendersi cura dei Defunti è un privilegio: è prendersi cura della fragilità altrui, di chi resta, in un momento delicato e terribile della vita, ovvero, la Morte.

L’ultimo saluto è un momento molto fragile, che va accompagnato e cullato anche e soprattutto nell’ottimale esposizione del corpo prima della chiusura del feretro.

Purtroppo, con l’emergenza sanitaria che ci ha colpiti a livello globale, la preparazione decorosa ed adeguata ma, ancora di più, la possibilità di vedere il proprio caro per l’ultima volta ha dovuto subire un arresto, dovendo seguire tutta una serie di direttive ministeriali legate alla salute pubblica.

La mancata possibilità di poter vedere, accarezzare il proprio caro per l’ultima volta, ha sicuramente dei risvolti negativi legati all’elaborazione del lutto, ma il mondo della Funeraria saprà fronteggiarlo come, fino ad ora, ha fatto.

Chiudo dunque questo post con un immenso grazie alla categoria degli Operatori Funebri, eroi dimenticati nella spirale caotica dell’emergenza sanitaria.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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