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Tanatologica(mente)

Erzsébet Báthory: la Contessa Sanguinaria

Molteplici i delitti collegati alla Dama sanguinaria ossessionata dalla giovinezza eterna, dai bagni di sangue alla magia nera: Erzsèbeth Bathory come icona predominante della paura di invecchiare e di perdita della propria bellezza.

Di origini ungheresi, lady Bathory visse in Transilvania dove si legò, all’età di soli 15 anni, in matrimonio al nobile Ferenc Nàdasdy noto anch’egli per le sue fissazioni truculente e sanguinarie.

Facente parte del “Terribile quintetto”, un gruppo di spadaccini spietati, Ferenc non esitò mai ad appoggiare i capricci macabri della moglie.

Erszèbet proveniva da una famiglia nobile accomunata da disturbi mentali e schizofrenici, i quali diedero ampio appoggio a tutta una serie di storie e leggende legate alla diretta discendenza della famiglia del Conte Dracula.

Crebbe in un ambiente colto, dove ebbe modo di imparare a leggere e scrivere. Sposata giovanissima, ebbe dal marito ben 4 figli.

Il matrimonio col nobile Nàdasdy, noto altresì come “Signore nero” dovuto al suo mestiere in armi per respingere l’inasione turco-ottomana, favorì la realizzazione delle esigenze di Erszèbet: essendo spesso via da casa e lasciando la moglie sola, questa poteva sfogare tutte le sue morbosità e tradire il consorte.

Sembra infatti che alla Dama sanguinaria piacesse infliggere pene attraverso la tortura alle proprie vittime, di cui utilizzava il sangue per…farsi il bagno!

Le si attribuiscono oltre 600 omicidi in cui per lo più furono vittime donne giovani dalla diversa estrazione sociale.

Da dove nacque questa sua insana voglia e convinzione che il sangue potesse renderla giovane e bella fino alla morte?

Un giorno, sbadatamente ferita una serva, si rese conto di essersi sporcata le mani con il cruore del taglio: da lì iniziò la sua ossessione che il sangue potesse bloccare il processo di invecchiamento e farla, dunque, ringiovanire.

Erszèbet Bathory. Credits: midnightfactory.it/

Cominciò dunque la strage a danno di ragazze di cui, una volta dissanguate,utilizzava il sangue per farsi dei veri e propri bagni, così da (a suo parere) rimanere per sempre giovane.

Le fanciulle venivano avvicinate al castello con la scusa di offrire loro una degna occupazione: in realtà, una volta entrate nella dimora, venivano seviziate e rinchiuse nelle segrete.

Questi suoi delitti e capricci truculenti furono sicuramente dovuti ad una serie di disturbi, legati a cambiamenti d’umore repentini, i quali trovavano ristoro solo dopo aver realizzato atti violenti e torture di ogni genere.

Anche il decesso del consorte portò Erszebet ad uno stato confusionale e depressivo, placabile per l’appunto attraverso solo stragi e delitti.

Riuscì ad entrare in contatto con diversi professionisti dell’occulto e di magia nera, al fine di appropriarsi dei saperi più oscuri.

Il villaggio, resosi conto delle continue ed improvvise sparizioni delle ragazze purtroppo non poté fare più di tanto, per paura di avere delle ritorsioni da parte della Contessa: solo dopo l’omicidio di una ragazza appartenente ad un’importante casat, il re d’Ungheria, Mathias II, iniziò a investigare sulle azioni di Erszèbet.

Credis: eclipse-magazine.it/

Venne attuata una spedizione notturna, per garantire l’effetto sorpresa alla Dama sanguinaria: in realtà l’effetto sorpresa lo ebbero i soldati, travolti dal fetore proveniente dalle segrete in cui erano stati lasciati i corpi delle fanciulle.

Erszèbet venne catturata nel 1610 e, un anno dopo, processata.

Si contarono oltre 650 omicidi di giovani donne e centinaia di torture a danno delle sventurate, secondo le memorie scritte della stessa Erszèbet. Ipotesi non avvalorata dalle sentenze, che tennero conto dello stato mentale della stessa Contessa.

Sicuramente pagò a caro prezzo i crimini commessi finendo murata viva nel proprio castello, dove trovò morte per inedia dopo tre anni, nel 1614.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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