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Tanatologica(mente)

L’Endocannibalismo

Talvolta il corpo umano, dopo la Morte ed in alcune culture segue il rituale dell’endocannibalismo, strano e complesso.

Ogni cultura porta con sè i propri rituali legati all’elaborazione del lutto e dello “smaltimento” della salma: dalla cremazione all’inumazione alla tumulazione, al pasto sacro donato agli animali sino a questa strana pratica, quella dell’endocannibalismo.

Quest’ultimo infatti coinvolge il pasto rituale dove il protagonista è proprio il defunto del gruppo.

Se facciamo un lungo passo indietro, la storia del cannibalismo è segnalata già 800.000 anni fa ed era ritenuta una strategia difensiva per il proprio territorio e comunità.

Per quanto questa pratica agli occhi di un occidentale possa apparire barbara e fuori da ogni pensiero etico, esistono ancora alcune popolazioni al mondo che sono dedite a tale pratica, per motivi religiosi e culturali.

Non vada confusa tale forma con il cannibalismo semplice: l’endocannibalismo infatti non è finalizzato al cibarsi di un altro essere umano per motivi di difesa o per conflitti tra tribù, bensì come menzionato inizialmente ha un profondo profilo legato all’azione della preparazione della salma che poi verrà consumata dai membri di quel determinato gruppo, in particolare nelle antiche tribù Indo-europee.

Credits: Wikipedia

Tra queste tribù ricordiamo i Kuru o gli Wari della Foresta Amazzonica, per i quali, di seguito al decesso di un membro, si seguono determinati rituali di preparazione della salma simili al processo di elaborazione del vino.

Una volta che il corpo è stato posato su delle specie di mensole e dunque giunto a un buono stato di decomposizione, viene spostato entro una botte dove viene lasciato a fermentare.

Una volta terminato il processo, la parte solida viene separata da quella liquida e ciò che rimane di solido viene arso.

Queste pratiche sono state studiate e osservate da molti antropologi nel corso della storia e delle osservazioni partecipanti in determinate aree del mondo: si è cercato infatti di capire come mai si decida di cibarsi della salma del proprio caro estinto.

Mangiare i resti di una persona cara viene sostanzialmente ritenuta una forma di amore per quella persona entro un gruppo o una comunità, ed ha un profondo significato spirituale secondo il quale l’anima del defunto, in tal modo, non vagherebbe senza meta nel mondo.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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