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Curiosità Tanatologica(mente)

La tomba di Gabriele D’Annunzio

E’ il secondo complesso monumentale più visitato al mondo: il Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera, racchiude storia, poesia, cultura e morte.

Tra il 1921 ed il 1938 venne costruito, sotto il genio di Giancarlo Moroni Architetto, il complesso monumentale dove D’Annunzio visse gli ultimi anni della propria vita, attorniato da tutto ciò che aveva accumulato in vita: oggetti, mirabilia, storie d’amore ed una vita..inimitabile.

Il Vate, altresì noto come Poeta Soldato, è sepolto sulla sommità di questo complesso monumentale, nel cosiddetto Mauseoleo, da dove può ammirare il Garda indisturbato nell’eternità.

Di ispirazione etrusco-romana, le arche accolgono le spoglie del Vate e quelle di altri 9 eroi e legionari di Fiume tra cui lo stesso Maroni, Guido Keller, Ernesto Cabruna, Giuseppe Piffer, Bacula, Locatelli, Siviero, Gottardo, e Conci.

Proiezione e riflesso della personalità di D’Annunzio, il Vittoriale trasuda informazioni sul poeta in ogni stanza della Prioria, del Parco e del Mausoleo.

Per Prioria si intende la vera e propria casa di Gabriele, la “casa del Priore” infatti custodisce oltre 33 mila volumi (tutti consultabili), e 10mila oggetti di ogni natura.

Non solo: è possibile godere di una vista mozzafiato recandosi sulla Nave Puglia: donata dalla Marina Militare nel 1923 al Vate, venne posta qui tra il 1925 ed il 1938 e, no, al Mondo non trova eguali.

Ma è il Mausoleo a fare da padrone: la tomba del Vate, adagiata sulla parte più alta dello stesso complesso monumentale è accessibile non prima di aver percorso tre gironi di pietra.

La sua tomba è quella più alta ed imponente:

Credits: Alamy

inizialmente riposta poco dopo l’ingresso al Vittoriale e traslata qui nel 1963, dove è protetto e vigilato dai suoi cani che sono stati riprodotti – sotto forma di scultura a cura di Velasco Vitali – nel 2013, il monumento funebre venne ideato da Moroni di seguito alla morte del Vate.

Per quanto concerne la sua dipartita, il poeta morì il 1 marzo 1938 nella “Zambracca”, la sala dove nell’ultimo periodo passava molto tempo in solitaria nei suoi pensieri.

Tra la notte del 1 e del 2 marzo 1938 la sua salma venne invece esposta nella “Sala del lebbroso”, dove vi è un letto molto particolare che ricorda sia una culla ma anche una bara, vista la forma lunga e stretta.

Credits: Google Arts and Culture

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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