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Sheol: per la Bibbia ebraica, luogo di oscurità e regno dei morti

Mitologia e religione hanno cercato di raffigurare il mondo dell’oltretomba, il luogo dove i defunti approdano dopo l’esistenza terrena; nella Bibbia ebraica questo luogo era denominato Sheol.

Mitologia e religione hanno cercato di raffigurare il mondo dell’oltretomba, il luogo dove i defunti approdano dopo l’esistenza terrena; nella Bibbia ebraica questo luogo era denominato Sheol.

Nella Bibbia ebraica, Sheol è un luogo di oscurità, dove vanno le anime dei morti; a questo termine sono accostati diversi altri nomi biblici: Abaddon (rovina), Bor (la fossa), Shakhat (corruzione).

La Bibbia ebraica descrive Sheol come il regno dei morti, invece, nel periodo del Secondo Tempio (tempio di Salomone, distrutto da Nabucodonosor II nel 586 a.C. e poi ricostruito, e distrutto di nuovo nel 70 d.C. dal generale romano Tito), è ritenuto la casa dei defunti malvagi, mentre il Paradiso è la dimora dei defunti giusti fino al Giudizio Universale.

In alcuni testi, Sheol era un luogo di punizione per i defunti malvagi e nel Talmud (uno dei testi sacri dell’ebraismo, trasmesso oralmente) era assimilato alla Geenna. Nel Nuovo Testamento, l’Ade era sia il mondo sotterraneo dei morti sia la personificazione di esso.

Per i primi israeliti, la tomba di famiglia rappresentava il concetto focale, per comprendere la visione biblica dell’aldilà. Essi ritenevano ci fosse un collegamento tra una sepoltura appropriata e una condizione di felicità del defunto nell’oltretomba. Inoltre, credevano che le tombe di famiglia o di tribù si fondessero in un’unica tomba. A tale unione faceva riferimento il termine biblico ebraico Sheol: la tomba comune degli esseri umani.

Nel Tanakh (acronimo con cui si designano i testi sacri “scritti” dell’ebraismo, indicati comunemente anche come Bibbia ebraica, e corrispondenti, in parte, all’antico testamento della Bibbia cristiana) esistono pochi riferimenti all’esistenza dopo la morte e lo Sheol è definito come un mondo sotterraneo, dove finivano le anime dei defunti dopo la morte.

Alcuni studiosi sostenevano che, nella Bibbia ebraica, Sheol fosse una divinità degli inferi. Questa ipotesi è sorretta da alcuni scritti dell’antico Vicino Oriente (regione geografica che si estende dalla sponda orientale del Mar Mediterraneo all’Iran e alla Penisola Arabica esclusi), come le tavolette accadiche (accadico, lingua semitica orientale estinta, era parlata nell’antica Mesopotamia e si avvaleva della scrittura cuneiforme) le quali citano il nome shuwalu o suwala, riferendosi a una divinità che governava il regno dei morti che gli Ebrei potrebbero aver preso in prestito e incluso nel loro primo sistema di credenze.

In copertina: Trasporto rapido verso lo Sheol – Dove stiamo andando tutti secondo il reverendo dottor Morgan Dix, di Joseph Keppler, 1888

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