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Curiosità sacro

Il santo del mese: San Biagio, festeggiato il 3 di febbraio

Il giorno 3 febbraio si festeggia Biagio di Sebaste, meglio noto come san Biagio; fu vescovo e santo armeno, venerato dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.

Il giorno 3 febbraio si festeggia Biagio di Sebaste, meglio noto come san Biagio; fu vescovo e santo armeno, venerato dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.

San Biagio nacque a Sebaste, in Armenia, nel III secolo e morì il 3 febbraio 316.
Sono poche le notizie certe sulla vita di questo santo e in buona parte risalgono a storie tramandate, prima oralmente e poi raccolte in agiografie, come quella di Camillo Tutini: “Narratione della vita e miracoli di S. Biagio Vescovo e Martire” (Napoli, 1637).
Sappiamo, però, che Biagio era un uomo erudito; conosceva al scienza medica e fu eletto vescovo di Sebaste, in tale veste si prodigò per la sua diocesi e per guidare la chiesa con giustizia e saggezza.

Purtroppo, San Biagio cadde vittima delle persecuzioni contro i cristiani.
Gli imperatori romani Diocleziano (244-313) e Licinio (265 ca. – 325) perseguitarono i cristiani mentre erano al potere; anche l’Armenia, dove erano presenti i consoli Agricola e Lisia, non fu da meno.
Agricola risiedeva a Sebaste e voleva colpire il vescovo della città, per questo, Biagio per evitare la morte si nascose in una grotta sui monti e da qui continuò a essere una guida per i suoi fedeli, con i quali manteneva contatti in segreto.

Biagio riuscì a sfuggire alla cattura per alcuni anni, finché un giorno, un gruppo di militari che si aggirava dalle parti del suo rifugio, in cerca di animali feroci per i giochi pubblici, scoprì il suo nascondiglio.
Il santo fu portato in tribunale e quando gli fu chiesto di prostrarsi davanti agli idoli si rifiutò e, coraggiosamente, non rinnegò la sua fede. Per questo fu incarcerato e poi torturato con pettini di ferro (usati per cardare la lana); fu appeso a un albero e poi gettato in un lago, affinché affogasse. Ma nulla valse a piegarlo e neppure a ucciderlo, così fu decapitato il 3 febbraio 316.

San Biagio subì il martirio anche se erano già trascorsi tre anni dalla concessione della libertà di culto ai cristiani nell’Impero Romano (313). Si presume che ciò avvenne a causa del dissidio tra Costantino I e Licinio, che causò: persecuzioni locali, distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e perfino condanne a morte per i vescovi.

San Biagio risulta essere autore di svariati miracoli. Uno lo compì addirittura mentre era condotto davanti ad Agricola: facendo il segno della croce sul capo di un bambino lo salvò dal soffocamento causato da una lisca di pesce che aveva ingoiato.

Nel 1298, il santo intervenne in favore della città di Fiuggi, evocando delle false fiamme sul paese, per spaventare a allontanare le truppe papali che stavano per mettere sotto assedio la città.
Il 2 di febbraio, a ricordo di tale evento, permane una tradizione: bruciare grandi cataste di legna di forma piramidale (stuzze) per rievocare le fiamme dell’apparizione.

Nel 1542, invece, il santo difese la città di Salemi (Trapani) da un’invasione di cavallette. I salemitani pregarono il santo armeno, affinché li liberasse dal flagello e il santo li esaudì.
Da allora, ogni 3 di febbraio, a Salemi si preparano dei pani in miniatura che sono poi benedetti, prima di essere distribuiti ai fedeli: i “cavadduzzi”, cioè le cavallette e i “cuddureddi”, questi ultimi rappresentano la gola di cui san Biagio è protettore.

Nell’Ottocento, San Biagio scampò la citta di Maratea dall’esercito francese.
Nella basilica di San Biagio a Maratea è custodita una palla di cannone inesplosa. Su questa palla di ferro, sparata dai cannoni francesi nel corso dell’assedio alla città, sono visibili le impronte di una mano che si ritiene fosse quella di San Biagio.

Nella prima metà del XX secolo, a Durazzo, in Albania, nel monastero di san Biagio, pare si sia verificato il miracolo di una roccia da cui sgorgava olio con effetti curativi per i credenti.
Il monastero è ancora meta di pellegrinaggio da parte di molti fedeli albanesi, musulmani e cristiani.

San Biagio, ritenuto uno dei quattordici santi ausiliatori (invocati dai cristiani in casi di particolari necessità, di solito per guarire da particolari malattie) è invocato per contrastare le malattie della gola. In Campania, a tale fine, si pratica l’unzione della gola, mentre in numerose chiese, durante le celebrazioni liturgiche, i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli, accostando ad esse due candele.

San Biagio è considerato il protettore: di agricoltori e della attività agricole, di cardatori, di pastori, di materassai e degli animali. È anche ritenuto il patrono degli specialisti otorinolaringoiatri. Inoltre, tra il 2013 e il 2014, è stato eletto anche santo patrono degli animatori.
Il santo armeno è patrono di molte località sia italiane sia estere, e sono molti anche i riconoscimenti e le intitolazioni a lui dedicate.

Su San Biagio esiste anche un antico e curioso detto dialettale che recita: “San Bias, vierno mo tras” (A San Biagio inizia l’inverno).

In copertina: particolare della Vetrata proveniente dalla zona di Soissons (Piccardia, Francia), inizio XIII secolo “San Biagio di fronte al governatore romano” – scena della vita di San Biagio, vescovo di Sebaste (Armenia), martire sotto l’imperatore romano Licinio (IV secolo)

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